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Vedi Napoli e poi…

Dopo una prolungatissima assenza rieccomi qui davanti al pc e una tazza di tè caldo.

Fuori: tre gradi, cielo grigio, pioggia, Marzo.

Dentro: soggiorno, il MIO soggiorno. Sì, casa nuova; mio nido, mio rifugio. Senza cucina, senza divano, senza televisore. Il resto c’è, lo giuro! Ed entro fine mese mi vedo ai fornelli della nuova cucina, pregando il cielo di non mandare a fuoco l’intero condominio.

Gli ultimi mesi dell’anno sono stati molto frenetici ed ho dato il benvenuto al 2018 ingranando la quinta: amore, lavoro, studio, esami. Ma senza frenesia che vita sarebbe?!

Dicevo appunto che sono qui seduta. Ho posizionato il tavolo esattamente di fronte alla finestra per riuscire a sbirciare fuori, nonostante la giornata fo**utamente grigia faccia venire voglia di chiudere le imposte (che non ho! Solo vetrate, mi chiedo come farò quest’estate!) ed infilarsi sotto le coperte.

Devo dire di aver riscoperto la brutta stagione, il freddo, l’inverno. Anzi, credo che questo sia il primo di ben ventisei ad andarmi a genio sotto questo punto di vista. Il tepore della casa, le tisane calde bevute coperta dal plaid, la musica di sottofondo dello stereo mentre fuori piove, lo scrosciare della pioggia sui coppi (abito in un sottotetto), l’aria frizzantina che mi accarezza le guance quando varco la soglia uscendo di casa, la nuvoletta di vapore che sguscia fuori appena apro bocca sono tutte sensazioni dimenticate con l’arrivo della primavera, quindi è giusto godersele finchè la stagione lo permette!

Marzo è però anche il mese del risveglio dal torpore invernale. Venti giorni e arriva appunto la primavera, fin da piccolina la mia stagione preferita: sole, fiori, giornate sempre più lunghe e luminose, buonumore, discese a visitare Napoli.

Già, Napoli.

E’ tanto tempo che vorrei scrivere qualcosa su di lei ma finora non ho mai trovato la giusta ispirazione, quel quid che mi permettesse di raccontarla a dovere.
Ma perché una bolognese doc dovrebbe parlare di Napoli e non di Bologna? Cosa mai potrebbe avere da dire?

Napoli è entrata nella mia vita circa tre anni fa. Si è fatta conoscere a me, ragazza allora ventitreenne piena di pregiudizi e brutti pensieri su di lei, anzi Lei.
Perché Lei si fa involontariamente conoscere per quella che in realtà non è.
Voci e detti strani.
“Attenzione a girarci, stai attenta…”
“Non indossare orologi costosi se scendi!”

E non vi dico la prima volta che sono scesa. Sapete cosa è successo? Sapete cosa succede?

Che Napoli ti stupisce.

Napoli ti distrugge. Quanto c’è da camminare! E’ tutta su e giù, destra e sinistra, stretti vicoli nel centro, ampi viali panoramici che percorrono le zone “bene”.

Napoli è cultura.

Napoli è tradizione.

Napoli è chi ti sorride senza un motivo preciso, chi ti saluta anche se non ti conosce.

Napoli è l’ansia che ti prende quando devi ordinare un caffè preparato al secondo: “A signorì, tazzina calda? Vetro? Zuccherato? Amaro? Acqua? Liscia o con gas?”

Napoli è quando ti perdi e non sai dove andare, quando chiedi indicazioni e il napoletano ti ACCOMPAGNA direttamente a destinazione, senza chiedere nulla in cambio.

Napoli è l’orgoglio napoletano. E’ il sentirsi napoletano, facente parte di quella terra così straordinaria quanto complessa. E se l’ho capito io…

Napoli è il suo Vesuvio. Silente, potenziale traditore, ma sempre amato.

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Pompei, scavi

 

Napoli è il verde lussureggiante di Villa Floridiana, o del Bosco di Capodimonte, o del Parco Virgiliano.

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Bosco di Capodimonte

 

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Panorama di Villa Floridiana

 

Napoli è i panorami ammirati dalla Certosa di San Martino o lì vicino.

Napoli è il suo Golfo in cui sono gelosamente custodite nell’ordine, da sinistra a destra (e guai a chi sbaglia!) Capri, Ischia e Procida.

Napoli è il mercato del sabato mattina sotto casa: chiasso. Chiasso. Chiasso.

Napoli è il pesce alla bancarella talmente fresco che ancora si muove.

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Vendita del pesce, lungomare Caracciolo

 

Napoli sono i friarielli di Enzo: buste e buste infinite di friarielli sono risalite lungo lo stivale in questi tre anni.

Napoli sono le chiacchiere con Bobò e Maria, sul pianerottolo: devo loro ancora un pranzo insieme, mi stanno aspettando per cucinarmi il loro ragù.

Napoli è Posillipo e le sue ville.

Napoli è il Vomero. Il suo lungo viale alberato ricorda tanto la Rambla.

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Vomero

 

Napoli sono le buche sull’asfalto: con la moto è una goduria!

Napoli è il famosissimo digestivo al limone: acqua fredda, succo di limone e bicarbonato, e giù tutto d’un fiato! Potrete bissare qualsiasi pranzo.

Napoli è la parlata, il suo dialetto, la sua lingua. Se ce l’ho fatta io a capirla, ce la fate tutti!

Napoli è il quartiere Sanità, quello che forse è rimasto più impresso nella mia mente. Non posso descriverlo, bisogna visitarlo per credere.

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Quartiere Sanità

 

Napoli è Via Toledo, Via Roma e la processione lampo della Madonna dell’Arco che passa all’improvviso fra la gente che fa shopping con un caos di trombe e tamburi da fare paura.

Napoli è la maestosità di Piazza del Plebiscito. Il lusso di Via Chiaia.

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Piazza del Plebiscito

 

Napoli è la pizza: che una non ti riempie, ne mangeresti subito una seconda.

piatto pizza

 

Napoli è le sue fritturine, i suoi cuoppi, la pizzetta a portafoglio, la frittatina.

Napoli è il fascino del centro storico, l’austerità del monastero di Santa Chiara.

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Monastero di Santa Chiara, Chiostro

 

Napoli è Pino Daniele.

Napoli è San Gennaro. Pensate: anche io ora porto un suo santino nel portafoglio!

Napoli è la corsetta su lungomare Caracciolo.

Napoli è le sue Vele.

Napoli è povertà e ricchezza assieme.

Napoli è il sole.

Napoli è la Costiera Amalfitana: colori, odori, viste mozzafiato sulle scogliere.

costiera
Positano

 

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Costiera Amalfitana, negozio di abbigliamento

 

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Costiera Amalfitana

 

Napoli è il Non-Codice-Stradale. Attenzione: in rotonda la precedenza è di chi si immette, non di chi è già inserito!

Napoli è lo schiamazzare dei ragazzini che giocano a pallone in strada.

Napoli è il traffico. Provare per credere.

Napoli è l’affetto di una famiglia che ti accoglie in casa come figlia sua.

Napoli è…

Cosa è Napoli? La mia gioia e sofferenza.

Napoli è nel mio cuore. Sempre. Napoli è stata capace di corteggiarmi e conquistarmi. Napoli è stata ed è in grado di coccolarmi, farmi ridere, piangere, divertire.

Napoli è stata capace di “convertire” una del Nord, forse non ancora abbastanza ma ci sta lavorando.

Quante foto vorrei mettere, quanti ricordi ho nel cuore. Forse è meglio conservarli lì.

Napoli è…

Narcisista.
Affascinante.
Pasciuta.
Onirica.
Languida.
Incorreggibile.

Napoli è diventata un pezzo di me. E detto dalla sottoscritta è tanto. E chissà per quanto ancora lo sarà. Intanto lo è.

Napoli non si dimentica in fretta.

 

“Napule è mille culure
Napule è mille paure 
Napule è a voce de’ creature
che saglie chianu chianu
E tu sai ca nun si sule

Napule è nu sole amaro
Napule è addore e mare
Napule è na carta sporca
e nisciuno se ne importa
E ognuno aspetta a ‘ciorta

Napule è na’ camminata,
inte e viche miezo all’ ato
Napule è tutto nu’ suonno
e a sape tutto ‘o munno
Ma nun sann’ a verità

Napule è mille culure,
Napule è mille paure
Napule è nu sole amaro
Napule è addore è Mare
Napule è na carta sporca
e nisciuno se ne importa
Napule è na’ camminata
inte viche miezo all’ato
Napule è tutto nu suonno
e a sape tutto o’ munnoù

Napule è mille culure, Napule è mille paure
Napule è nu sole amaro, Napule è addore è Mare…”

 

Tabella dei Contenuti

Laura Bovi
Ho deciso di battezzare il mio piccolo mondo digitale con una combo dei soprannomi 
più simpatici attribuiti alla sottoscritta: uno richiama il nome, l’altro il cognome.
Ecco
chi sono: Laubibs. 
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4 risposte

  1. Sono napoletana
    Non avrei potuto descrivere meglio quello che provo per la mia città.
    A’ pizz, o’ mare, o’ mandullino …. e il resto?
    Il resto è la comunicazione, è la sincerità , la creatività ma soprattutto l’umanità che non conosce vincoli burocratici .
    Mi ha commosso nel leggerti . Attraverso le tue descrizioni del quotidiano, esprimi e trasmetti così tanti sentimenti che mi viene da pensare “non è che in fondo in fondo” sei napoletana?

  2. Questa poesia su Napoli mi ha fatto sognare; mi ci sono un po’ immedesimata perché io e mio marito non abbiamo nessun legame affettivo che ci porti a Napoli se non l’Amore per la Terra; infatti tutti ci chiedevano: “perché andate spesso a Napoli”…beh noi almeno due volte l’anno era tappa fissa, stesso beb con terrazza più alta di tutte di fronte al Vesuvio e stesse mete, passeggiatina in centro e sul lungomare a volte stracolmi di valige perché partivamo o venivamo dalla Sicilia, da Michele, Sorbillo, negozi per tutte le taglie prezzi fantastici e camice da uomo che solo Napoli ha ovviamente in rapporto qualità/prezzo è di 1000 colori… Ora è due anni che non andiamo e non è da noi, la vita ci ha portato a conoscere altre città ma Napoli ci resta sempre
    nel cuore e prima o poi ritorneremo, grazie Lauri per averci fatto rifare un viaggio emozionale 🙂

  3. Non è la prima volta che una cittadina italiana proveniente da altre regioni (sovente del settentrione), rimanga affascinata dalla mia città e senta la necessità di descriverne le sensazioni, più o meno, pubblicamente.
    Ciò che stupisce e rende gradevole, è la sua capacità di aver intuito e capito, quindi assorbito, le magie napoletane. Tutte comprese nel vivere quotidiano di uno scenario unico, appunto, napoletano.
    Evidentemente la sensibilità del suo animo l’ha spinta a volere capire e andare oltre i luoghi comuni che, ahimè, condizionano l’immaginario di molti. Ricordo di una veneta di Verona che, dopo aver vissuto qualche anno a Napoli, sentì il dovere di salutare la città ed esprimere la tristezza per doverla lasciare.
    Non si meravigli degli attestati di riconoscenza ricevuti sui suoi social dai Napoletani; hanno voluto condividere lo spirito che lei ha individuato in loro e che lei possiede.

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