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Visitare Padova in un giorno

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Penso sempre più al fatto che diamo troppo per scontato ciò che di bello ci circonda.
Spesso scegliamo mete assurde senza cercare posti magici un po’ più vicini a noi.
Questo è proprio il caso di Padova: pur essendo molto vicina a Bologna, è la prima volta che mi capita di scoprirla!
Visitare Padova in un giorno è una tranquilla passeggiata in una cittadina ricca di storia, arte e tradizione culinaria!

Arrivo in città

Il nostro treno arriva a destinazione verso le 9.30.
Fa un freddo assurdo ma il cielo è blu e il sole rilascia un lieve tepore.
Usciamo dalla stazione e alle narici mi giunge il tipico odore pungente della montagna. Guardo davanti a me e il Corso del Popolo si estende quasi all’infinito. Decidiamo così di percorrerlo per entrare nel centro città.

Le persone in giro come noi si contano sulle dita di una mano: d’altronde è domenica mattina ed il clima rigido non è tanto favorevole a passeggiare!
Proseguiamo in Corso Giuseppe Garibaldi: siamo sempre meno distanti dalla colazione!

Il famigerato Caffé Pedrocchi di Via Cavour ci accoglie finalmente nelle sue sale un po’ retrò: lieve musica di sottofondo e cappuccino di soia con pasta salata!

Ora sì, siamo ufficialmente pronte a visitare Padova.

Perdersi nei vicoli

Il centro storico di Padova è un delizioso intreccio di vicoletti e porticati. Percorrendo quelle strette stradine mi è sembrato di essere in alcuni momenti nel centro della mia Bologna.

Nell’attesa di visitare la Cappella degli Scrovegni, facciamo una passeggiata senza meta.

La città inizia a popolarsi: coppie e famiglie, pochi turisti.
Un signore suona allegre canzoni al mandolino, in un angolo.
Qualcuno ha il coraggio di ordinare un gelato!
Le botteghe iniziano a tirare su le saracinesche, d’altronde è già tarda mattinata.
L’atmosfera è allegra e distesa.

La Cappella degli Scrovegni

E’ passato da poco mezzogiorno; ci dirigiamo verso il famoso gioiello padovano ma prima facciamo una sosta all’interno della splendida Chiesa degli Eremitani.
Si affaccia su una piccola piazza molto curata. Esternamente appare grandiosa ed al suo interno ammiriamo i primi lavori pittorici di Andrea Mantegna.

Giungiamo all’interno del gioiello padovano per eccellenza.
La Cappella degli Scrovegni fu consacrata nel 1305 e voluta da Enrico Scrovegni come cappella privata di famiglia.
Oggi è vero e proprio museo civico padovano e racchiude la più famosa opera pittorica dell’artista toscano Giotto di Bondone, meglio conosciuto come Giotto.

Non sono una critica d’arte e non ci tengo a spacciarmi per tale; non posso nemmeno cercare di trasmettervi l’emozione che ho provato nell’ammirare i colori, la luce e il silenzio all’interno della cappella, isolata dal mondo esterno da uno speciale sistema di aerazione.
La visita (clicca qui per prenotarla online) dura esattamente 30 minuti preceduti da una chiara anticipazione video di ciò che ammireremo. Una volta fatto l’ingresso in cappella, mi perdo col naso all’insù e mi immergo nella storia della Salvezza raccontata nel lunghissimo ciclo di affreschi.

Pausa pranzo coi fiocchi

Il freddo fa brutti scherzi, come per esempio farci venire fame prima del previsto!
Per fortuna abbiamo prenotato in anticipo: il Vecchio Falconiere ci attende!
Le foto parlano da sé.
Nell’ordine: antipasto tipico, bigoli in salsa di acciughe e cipolle, carne deliziosa e fagioli all’uccelletto. Il tutto accompagnato da un bel calice di rosso!

La Basilica del Santo e il Prato della Valle

La nostra passeggiata padovana può proseguire verso la Basilica di Sant’Antonio, conosciuta in tutto il mondo come Basilica del Santo.
Visitare Padova in un giorno prevede quasi d’obbligo l’ingresso in questo luogo solenne.
Quanta gente è in fila per pregare vicino ai resti del Santo, quanto è rispettoso il silenzio.
Poco più avanti, all’interno della Cappella del Tesoro, osserviamo tante reliquie e suppellettili liturgiche.

Torniamo all’aperto e, imboccando via Beato Luca Belludi, arriviamo al Prato della Valle, una delle più estese piazze europee.
Al centro di un canale che le scorre attorno, una enorme isola verdeggiante ospita persone che passeggiano, un gruppo di ragazzi che suona la chitarra, chi addirittura un pianoforte, coppie mano nella mano, una signora che lancia la pallina al proprio cane.
Il tutto al tramonto. L’atmosfera è mozzafiato.

Toccata e fuga al Duomo prima di rientrare

Non ci siamo rese conto del tempo corso via.

Non possiamo tornare senza aver visto il Duomo: forse facciamo in tempo prima di prendere il treno.
Acceleriamo il passo e ci ritroviamo così nella parte opposta del centro storico.
Attraversiamo veloci la Piazza delle Erbe su cui si affaccia maestoso il Palazzo della Ragione che mi riprometto di visitare la prossima volta.
La cattedrale di Santa Maria Assunta appare solitaria in Piazza Duomo. Un bar con qualche tavolino le fa da dirimpettaio ed inizia ad affollarsi di ragazzi e calici di spritz.



Il treno per rientrare ci attende troppo presto; si torna a Bologna ed il cuore è sempre pieno, come dopo ogni viaggio, lungo o corto che sia.

Consigli utili

Questa è stata una vera e propria evasione dalla routine bolognese.
Ammetto che visitare Padova in giorno non permette di ammirare come si deve la bellezza di questa città ordinata, pulita ed elegante. Se riuscite, dedicatele due giorni.

  • Acquistate in anticipo il biglietto per visitare la Cappella degli Scrovegni; il sito web è di semplicissimo utilizzo.
  • La domenica, il biglietto d’ingresso alla Cappella degli Scrovegni vi permetterà di visitare anche i Musei degli Eremitani nello stesso complesso.
  • Preferite il treno all’automobile per evitare la nebbia, soprattutto in inverno. La città è servita dall’alta velocità!
  • Se desiderate mangiare bene, abbiate l’accortezza di prenotare il locale che fa per voi: tenete conto che per moltissimi ristoranti la domenica è giorno di chiusura!

In attesa di una mia prossima recensione, ecco l’ultima che ho scritto!

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Alla prossima!






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Laura Bovi
Ho deciso di battezzare il mio piccolo mondo digitale con una combo dei soprannomi 
più simpatici attribuiti alla sottoscritta: uno richiama il nome, l’altro il cognome.
Ecco
chi sono: Laubibs. 
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