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Napoli sotterranea: cosa c’è da sapere

napoli sotterranea

Questo articolo è un piccolo vademecum su tutto ciò che c’è da sapere per visitare la Napoli sotterranea.


Rigrazio come sempre le mie compagne di avventure Giuditta, Libera e Sofia.


Siete pronti? Partenza!

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Infiniti piani di scale

Una seconda città nel sottosuolo

Avete osservato bene la foto sopra? Bene, preparatevi a scendere tanti piani di scale scavate nella roccia fino a trovarvi a ben 40 metri sottoterra.
Questa è la Napoli sotterranea, un vero e proprio labirinto di cunicoli e anfratti che si intersecano nel sottosuolo partenopeo dando vita a una seconda città, dalla quale sin dall’antichità si sviluppò il capoluogo campano che è ora visibile ai nostri occhi in superficie.

Un sistema fognario molto originale

Napoli ha una storia lunghissima, risalente fin dall’antica Grecia.
A quei tempi il sottosuolo era ricco di cisterne contenenti acqua piovana che veniva condotta nelle abitazioni.
Uno dei primi meriti della magnificenza della città si deve al tufo. Ma cosa avrà questa pietra di tanto speciale?
Girovagando per il complesso reticolo di cunicoli della Napoli sotterranea noterete un particolare. Il tufo, materiale vulcanico, molto elastico e resistente agli urti, costituisce quasi la totalità delle alte pareti. Esso era impiegato nella realizzazione delle abitazioni in superficie, issato e portato così alla luce attraverso veri e propri pozzi, utilizzati anche per accedere alle riserve idriche, che mettevano in comunicazione i tunnel sotterranei con l’esterno.

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I fori dei pozzi visti dal basso


Ma chi gestiva i pozzi? Chi li manteneva puliti e ne verificava costantemente il funzionamento?
Cliccate sul pulsante qui sotto se volete conoscere la figura del cosiddetto “pozzaro” e le leggende che si narrano su di lui!

Il suddetto sistema fognario venne meno nel 1885: un errato miscuglio di acque bianche a quelle sporche portò a Napoli una violenta epidemia di colera. Fu così che si realizzò un nuovo acquedotto, abbandonando i pozzi sotterranei.

Napoli sotterranea rifugio antiaereo

La città di Napoli subì moltissimi bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale e i suoi sotterranei furono adibiti a rifugio antiaereo in grado di ospitare fino a ben 4000 cittadini che vi alloggiavano anche interi mesi.
Lungo il percorso noterete immagini sui muri, simili a graffiti, realizzate dagli sfollati che si passavano il tempo: una caricatura di Hitler e Mussolini, piuttosto che il volto di una bellissima diva.
I servizi igienici erano rialzati rispetto al pavimento per consentire ai liquami di scorrere all’interno delle vecchie cisterne fino ad essere scaricati in mare.


Per garantire un’idonea illuminazione alle persone rifugiate, intervenne l’UNPA (Unione Nazionale Protezione Antiaerea) che realizzò un vero e proprio sistema elettrico che ancora oggi è visibile e funzionante.

L’apertura al turismo e il ruolo dell’associazione LAES

Gli Americani sfondarono le linee nemiche entrando in città il primo di ottobre del 1943.
Napoli era distrutta, le macerie accatastate ovunque. Per fare spazio e liberare le strade dai detriti furono sfruttati i pozzi attraverso cui tutto veniva gettato nel sottosuolo.
Nel 1979 alcune macerie nei sotterranei presero fuoco in corrispondenza di Via Chiaia.
Prima che l’incendio assumesse proporzioni devastanti, il Signor Michele Quaranta diede un contributo prezioso: condusse i vigili del fuoco giù per una scala che lui ricordò di aver percorso più volte con i genitori per rifugiarsi nel sottosuolo durante i bombardamenti, ben 40 anni prima, quando suonavano gli allarmi!
Da quel momento si lavorò duramente per sgombrare i cunicoli da detriti di ogni tipo, fino a portare la Napoli sotterranea allo splendore odierno.

Proprio Michele Quaranta fondò la LAES (Libera Associazione Escursionisti Sottosuolo) nel 1988.
Essa si occupa di far conoscere a turisti e non le origini di Napoli e tutto ciò che nasconde a decine di metri di profondità.
Per prenotare una visita con l’associazione ed avere un’idea sul costo del biglietto cliccate sul pulsante qui sotto!


Consigli pratici

In base alla mia esperienza, sento di scrivere qui sotto alcune informazioni utili per visitare al meglio la Napoli sotterranea con LAES.

  • La visita si svolge a circa 40 metri di profondità, dura due ore scarse e inizia scendendo una serie di gradini: non sono scomodi ma tanti (per intenderci, guardate la prima foto dell’articolo).
  • Durante il percorso, sarete in gruppo e una guida vi condurrà attraverso i locali sotterranei per tutta la durata della visita.
  • Molti cunicoli da percorrere sono stretti: non portate con voi zaini troppo ingombranti.
  • Se soffrite di claustrofobia, vi saranno proposti percorsi alternativi ai cunicoli più angusti.
  • Il sottosuolo è fresco e molto umido: attenzione a eventuali escursioni termiche!
  • Il luogo di inizio del percorso non coincide con quello in cui esso termina. In Piazza Trieste e Trento, di fronte al Caffè Gambrinus, un simpatico signore vi indicherà la biglietteria. Una volta raggiunta quest’ultima, inizierete a scendere le scale. Sbucherete, a fine visita, nell’androne di un antico palazzo, ubicato in Via Chiaia 216.

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Alla prossima!

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Laura Bovi
Ho deciso di battezzare il mio piccolo mondo digitale con una combo dei soprannomi 
più simpatici attribuiti alla sottoscritta: uno richiama il nome, l’altro il cognome.
Ecco
chi sono: Laubibs. 
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