Il centro storico di Napoli: la Basilica della Pietrasanta

centro storico di napoli

Sapevate che il capoluogo partenopeo nasconde un sottosuolo traboccante di storia?
Leggete questo piccolo approfondimento e scoprite il fascino di uno dei siti religiosi più antichi del centro storico di Napoli: la Basilica della Pietrasanta.
Non potete immaginare cosa nasconda nei suoi sotterranei…

Pensavo fosse “solo” una chiesa

Napoli. Centro storico. Sabato pomeriggio. Gente ovunque. Giuditta, Libera, Sofia e io.
Alessandra ci chiede divertita se sappiamo da dove nasce la canzone “Tu scendi dalle stelle”.
Che domanda: da una canto natalizio napoletano, no? Insieme intoniamo così le note di “Quanno nascette Ninno”.
Fra una risata e l’altra il nostro passo si arresta di fronte al portale di una chiesa che non dà subito nell’occhio. Credo di essere passata decine di volte lì davanti, girovagando nei pressi di Via Tribunali, senza averla quasi mai considerata.
Questo edificio ha in realtà una storia antichissima: l’esistenza del sito si articola in ben quattro periodi storici.
In epoca greco-romana, esattamente qui dove sorge la Basilica della Pietrasanta, fu realizzato un tempio dedicato alla dea Diana legata al culto della luna.
La Basilica vera e propria venne fondata dal vescovo Pomponio nel VI secolo dopo Cristo, sopra una pietra da cui la chiesa prende nome, venerata nei secoli dai fedeli come fonte d’indulgenza.

Nel 1626, in età barocca, iniziarono i lavori per costruire un nuovo edificio siccome quello esistente era i condizioni molto precarie. La Chiesa seicentesca è visibile tuttora.
La Basilica della Pietrasanta subì i bombardamenti del Secondo Conflitto Mondiale e fu quindi chiusa al pubblico.
Ad oggi, dopo un meticoloso restauro ultimato negli anni 2000, ospita il Lapis Museum e sono autorizzate visite guidate nei suoi sotterranei che celano un vero e proprio dedalo di cunicoli e cisterne che correvano non solo sotto la Basilica ma lungo tutto il perimetro della città greca, distribuendo l’acqua potabile dappertutto.
E io che pensavo fosse “solo” una chiesa!

Nei sotterranei della basilica

Rapite dalla suo racconto, seguiamo Alessandra all’interno della chiesa. Oggi non si tengono cerimonie al suo interno. La navata centrale è quindi vuota e ampia; i brusii nostri e di pochi altri echeggiano tutt’intorno.
La nostra visita continua nei sotterranei della basilica.
Scendiamo rampe e scale, fino a trovarci a ben 40 metri di profondità: l’aria si fa via via rarefatta e l’umidità sempre più persistente rende i nostri capelli tutti scarmigliati.
L’illuminazione artificiale è soffusa. Ci troviamo letteralmente nelle viscere della terra. Il pavimento è umido e scivoloso, dobbiamo tenerci alle pareti in tufo anch’esse grondanti.


Alessandra comincia a raccontare la storia di una Napoli antica fino a quella dei giorni nostri, conducendoci lungo un percorso di tunnel sotterranei. A destra e sinistra possiamo osservare vere e proprie piscine di acqua, che illuminate da diversi colori conferiscono al posto un che di magico.
In epoca augustea, dove ci troviamo ora furono realizzate vere e proprie cisterne per rifornire la città di acqua potabile.

centro storico di napoli
Acqua nei sotterranei

La leggenda del monaciello

Avanziamo percorrendo una passerella da cui osserviamo l’acqua sottostante scorrere copiosa, fino a raggiungere un altro ambiente. La nostra guida ci invita ad alzare lo sguardo verso veri e propri fori realizzati sulle pareti; ci racconta così la figura del “pozzaro“, legata alla leggenda del “monaciello“.
In antichità, ogni abitazione attingeva alla cisterna d’acqua attraverso un vero e proprio pozzo, la cui manutenzione era affidata al pozzaro, paragonabile all’odierno idraulico. Quest’ultimo si muoveva con destrezza attraverso camminamenti, cunicoli e passatoie nei sotterranei risalendo poi in superficie attraverso i fori sui muri. Il pozzaro aveva così libero accesso a tutti i pozzi della città e di conseguenza ad ogni abitazione. Egli approfittava così della presenza delle donne di casa per “farci visita”!
Potete immaginare a quali aneddoti e leggende possano aver dato vita queste situazioni alquanto imbarazzanti. Il pozzaro veniva perciò associato alla figura di un monaciello. Egli era uno spirito benevolo o maligno che, indossando la divisa da lavoro simile al saio di un monaco, spariva e compariva per le vie sotterranee del capoluogo partenopeo.

I sotterranei come rifugio antiaereo

Il sottosuolo è tutto un cunicolo. Mi fermo un attimo a pensare a quante centinaia di napoletani, ai tempi del Secondo Conflitto Mondiale, trovarono rifugio qua sotto assieme alle loro famiglie. L’illuminazione, sulle pareti di alcuni ambienti, è quella originale. I vecchi bagni sono separati l’un l’altro da un sottile muro che all’epoca garantiva tutt’altro che privacy.

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Luna

Avanziamo ancora. Guardo in alto: una luna dedicata a Diana ci osserva silenziosa.

Scoprire Napoli con Alessandra Desiderio

Alessandra, tanto nominata in queste righe, è stata il nostro Cicerone.
Fondatrice dell’associazione Cantastorie Tour, Alessandra cerca di trasmettere a chi l’ascolta l’amore che prova per la sua città natale.
Se volete contattarla per organizzare un tour questi sono i suoi contatti:

Cliccate sul pulsante sottostante se desiderate leggere un’altro articolo sui segreti del centro storico di Napoli!


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Alla prossima!

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Laura Bovi
Ho deciso di battezzare il mio piccolo mondo digitale con una combo dei soprannomi 
più simpatici attribuiti alla sottoscritta: uno richiama il nome, l’altro il cognome.
Ecco
chi sono: Laubibs. 
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