Anni fa, fra i più cliccati video di Youtube, mi è capitato sotto gli occhi quello in cui una certa Marina Abramovic ritrova casualmente, durante una delle sue più famose performances, il suo compagno di vita Ulay.
Ma perchè Marina, in quel video, è seduta su una sedia? Chi è Ulay? Chi è Marina?
Mi sono così documentata.
Marina è una Donna, artista contemporanea. E’ decisamente fuori dalle righe, e questo lo confermano le sue parole nel libro da lei scritto che sto per raccontarvi.
Marina riconosce di aver vissuto una vita ai cento, anzi mille all’ora; di aver osato troppo a volte, di avere ancora tanto da dire e da fare.
Tutto questo Marina lo racconta nella sua autobiografia.
Io vi ho scritto la sua recensione: “Attraversare i muri” di Marina Abramovic.
Informazioni editoriali
Titolo: Attraversare i muri
Autore: Marina Abramovic
Pagine: 411
Prezzo cartaceo: 13,00 euro (Edizioni Bompiani)
Prezzo ebook: 9 euro circa
Trama
Jugoslavia comunista.
Palazzi che non hanno estetica, grigiore, freddo dentro e fuori.
Qui nasce Marina Abramovic. I suoi genitori sono ex eroi bellici e seguono gli ideali di Tito.
Marina viene responsabilizzata dai genitori fin da piccola e lavora sempre. Subisce punizioni fisiche se disubbidisce, è privata di ogni libertà personale.
Sua madre, nonostante ciò, riesce a percepire un fuoco che arde dentro Marina, ovvero la passione per l’arte. La incoraggia così a coltivarla finché la ragazza si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Belgrado.
Intanto la sua famiglia si sgretola: il padre va via di casa per non fare più ritorno. Questo periodo della sua vita viene però addolcito dall’incontro col suo primo amore nonché marito Nesa. Marina però si accorge col tempo che nemmeno la relazione con quell’uomo la soddisfa: si sente soffocata, oppressa, priva della libertà di esprimere a pieno le sue doti artistiche. Queste vengono presto proposte al pubblico nella sua prima performance, negli anni ’70: si chiama Rhythm 10 ed è rappresentata ad Edimburgo. Marina allarga le dita di una mano sul tavolo: con l’altra indirizza un coltello negli spazi interdigitali della mano stesa ad una velocità supersonica, cercando di non colpirsi.
Marina racconta di aver provato libertà assoluta nell’eseguire la performance, di essere inebriata, di non sentire timore o dolore.
Da questo momento, Marina si lancia in altre performances in tutta Europa e si fa conoscere. Il suo corpo diventa così vero e proprio protagonista e strumento di ricerca artistica.
L’incontro con l’artista tedesco Frank Uwe Laysiepen, detto Ulay, costituisce una svolta nella sua vita personale e professionale. Fra i due nasce un connubio artistico molto profondo che li vede protagonisti insieme di moltissime performances, anche estreme, in giro per il mondo. La loro è una relazione molto complicata e controversa. Marina racconta di essere stata per molto tempo turbata e ferita dai numerosi tradimenti di Ulay.
In seguito alla loro rottura sia sentimentale che professionale, Marina riprende faticosamente in mano la sua vita e nel libro racconta tante altre sue esperienze lavorative e non.
“Spero che questo libro sia di ispirazione e insegni a tutti che non esistono ostacoli insuperabili se si ha forza di volontà e se si ama ciò che si fa.”
Questo auspica Marina parlando del suo libro “Attraversare i muri”.
Cosa ne penso
Il libro è una revisione da parte di Marina del suo vissuto privato e professionale, scritto in maniera appassionante e scorrevole, anche per chi non conosce in maniera approfondita l’arte contemporanea. Personalmente non sono amante di questo genere artistico ma il personaggio mi ha totalmente rapita negli anni.
La figura di Marina Abramovic è a mio avviso molto complessa.
“Attraversare i muri” consente di approfondire la personalità di questa Donna sotto ogni suo aspetto.
L’infanzia e giovinezza rigidissime trasmettono a Marina una gran voglia di mettersi alla prova e affrontare la vita a testa alta e con molto coraggio.
Il fatto che Marina voglia sempre mettersi in discussione e oltrepassare il limite può farla anche detestare. Io personalmente la adoro.
Estremamente importante nel libro e nella vita di Marina Abramovic è la figura di Ulay. Qui si riscoprono tutti i dettagli di vita della coppia, raccontati da una Marina sensibile, gelosa, combattiva e innamorata al tempo stesso.
La loro tormentata storia d’amore mi ha emozionata in ogni riga.
Anche la rottura del loro rapporto è una vera e propria opera d’arte.
Nel 1988, in “The Leftlovers”, i due artisti si sono recati agli estremi opposti della Muraglia Cinese. Dopo aver camminato 90 giorni e percorso più di 2500 chilometri a testa, si sono incontrati e salutati per sempre.
La performance di Marina sicuramente più famosa al mondo e quella che commuove tuttora il pubblico è “The Artist Is Present” (MoMa di New York, 2010).
Marina racconta di essersi seduta per 3 mesi su una sedia, per una quantità infinita di ore.
Gli spettatori si potevano sedere uno per uno di fronte a lei, fissandola negli occhi per un minuto.
Impassibile per ore, Marina si è lasciata travolgere dall’emozione proprio quando, a sorpresa, le si è seduto di fronte Ulay.
Consiglio vivamente di guardare il video (clicca qui), ormai virale, su Youtube. L’impatto emotivo è straordinario e Marina descrive le emozioni provate nel dettaglio dopo aver rivisto l’amore della sua vita dopo 22 anni.
Questa è secondo me Marina: la forza espressiva del suo corpo è disarmante, così da rendere straordinario il rapporto col pubblico.
Piccola curiosità: Marina racconta nel libro che, dopo pochi giorni dal famoso incontro, Ulay le ha fatto causa per acquisire i diritti dei lavori svolti insieme.
“Attraversare i muri” racconta l’amore di Marina per la vita, ma anche la sua vulnerabilità ed instabilità.
Leggete questo libro se volete farvi rapire dal carisma di Marina Abramovic, se amate l’arte contemporanea e se desiderate comprendere la pazzia di una vera artista.
Leggete questo libro se desiderate immergervi nella vita di Marina ammirando tante foto di repertorio.
“C’è una parte di me che è eccitata dall’ignoto, dall’idea di correre rischi. E quando si tratta di fare cose rischiose, non mi tiro indietro. Mi butto a capofitto.”
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Alla prossima!