Cosa vedere a Torino in un weekend

cosa vedere a torino

Torino è una città regale, elegante ma allo stesso tempo godereccia ed ospitale. Siete pronti a scoprire cosa vedere a Torino in un weekend?
La capitale sabauda meriterebbe ben piu’ di due giorni per essere visitata ma questo è ciò che vi posso raccontare della mia toccata e fuga in Piemonte!

Giorno 0

Arrivo in città

Mano a mano che ci avvicinavamo a Torino abbiamo sentito sempre più stretto l’abbraccio delle Alpi in lontananza. Mi è capitato di confonderle quasi con nuvole candide, poiché coperte di neve: uno spettacolo della natura!

Abbiamo scelto di raggiungere Torino in treno, scendendo alla stazione di Porta Susa, nelle vicinanze del nostro hotel.
Ricordatevi che, nonostante la città sia ben servita dai mezzi pubblici, le distanze sono molto grandi se decidete visitarla a piedi: optate quindi per un alloggio in posizione strategica!

La stazione di Porta Susa affaccia su Corso Inghilterra, un lungo viale alberato in cui il traffico scorre copioso ma silenziosissimo, aspetto che mi ha alquanto stupita: nessuno a suonare il clacson, nessuna frenata brusca, rigore.
Torino infatti mi ha subito dato l’impressione di essere tanto grande quanto ordinata e quasi austera.

Al nostro arrivo la stanza non era ancora pronta; abbiamo lasciato i bagagli in deposito e ci siamo subito lanciate alla scoperta della città.

A zonzo per il centro

Da Corso Inghilterra ci siamo inoltrate nel centro storico attraverso l’affascinante Piazza Statuto, in stile neoclassico, realizzata nel 1865.
Sotto al porticato sono aperte tutte le mattine, eccetto la domenica, numerose botteghe e bancarelle di libri: io personalmente avrei fatto un tuffo nel mare di grissini artigianali.

I veri grissini Torinesi

Via Garibaldi

Imboccando Via Garibaldi in fondo alla piazza, l’abbiamo percorsa in tutta la sua lunghezza.
Via Garibaldi, detta anche “decumanus maximus”, è lunga quasi un chilometro.
Interamente pedonale, rappresenta una delle più antiche vie cittadine e la seconda più lunga d’Europa.
Alti e curati palazzi settecenteschi, una composta folla e tanti cani al guinzaglio ci hanno accompagnate fino a Piazza Castello.

Via Garibaldi

Piazza Castello e i palazzi storici

Onestamente non so se a colpirmi maggiormente di questo luogo sia stata la sua estensione o la bellezza degli edifici storici, il lungo porticato sotto le stanze del Palazzo Reale oppure la gente composta ad attraversarla in lungo e in largo.
Sta di fatto che ho provato una strana sensazione, mista a stupore e disorientamento: mi sono sentita in un’Italia non Italia, o meglio un’Italia di altri tempi, ottocentesca ma con una spunta di modernità.

Piazza Castello è considerata il cuore di Torino. E’ situata quasi al centro della città e da essa si dipartono le principali vie del centro storico.
Accoglie inoltre i principali edifici del potere e monumenti della città: il Palazzo Reale, Palazzo Madama, la Real Chiesa di San Lorenzo e il Teatro Regio.
A rompere questo scenario prettamente sabaudo svetta imponente la “moderna” Torre Littoria, realizzata nel 1933 per ospitare la sede del partito fascista e poi acquisita dalla società Reale di Mutua Assicurazione e destinata a residenze di lusso e uffici.

Piazza Castello vista dal Palazzo Reale

Da Piazza Castello ci siamo dirette in Piazza San Carlo percorrendo via Roma: qui ci ha accolte un susseguirsi di bancarelle piene zeppe di prelibatezze.
Ovviamente non abbiamo esitato a fare acquisti: io ho conquistato barrette di cioccolato, un lingotto di cremino e deliziosi cioccolatini cuneesi al rum, Giuditta ha fatto razzia di alcolici tipici (ti voglio bene e lo sai)!

cosa vedere a torino
Piazza San Carlo baciata dal sole

Inaugurata nel 1638, Piazza San Carlo è un vero e proprio salotto, rettangolare ed immenso.
Sul suo perimetro sorgono, sotto ai porticati, tanti caffè presso cui un tempo si riunivano gli intellettuali per discutere di temi politici.
La piazza ospita le due chiese gemelle di Santa Cristina e San Carlo.

Un pomeriggio al Museo Egizio

A pochi passi da Piazza San Carlo sorge il Museo Egizio, ed è proprio lì che ci siamo dirette dopo un generoso aperitivo da Panfé, in Via Maria Vittoria. Abbiamo dubitato fortemente di resistere ore in un museo con la pancia così piena. Sapete com’è finita? Ce l’abbiamo fatta.

A pancia piena

Un po’ di storia

Il Museo Egizio di Torino è il più antico, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà egizia, secondo per importanza a quello del Cairo.

Mi sono subito chiesta come mai un tesoro di inestimabile valore possa essere custodito proprio in questa città.
Ad inizio ‘800, grazie alle campagne napoleoniche in Egitto, spopolò dalle nostre parti il collezionismo di reperti. Il re d’Italia accorpò così varie collezioni private dando vita al primo museo egizio nelle sale dell’Accademia delle Scienze.
Nel 1894 l’allora sovrintendente del museo Ernesto Schiaparelli promosse diversi scavi in territorio egiziano e, nel tempo, la collezione museale arrivò a contare oltre 30.000 pezzi.

Una vera meraviglia

Non ho mai visitato l’Egitto che avrà sicuramente il suo fascino. Vi assicuro però che visitare il Museo mi ha dato un’idea del genio di quella civiltà ormai così lontana da noi ma al tempo stesso moderna e dotata di sconvolgenti doti ingegneristiche.

Le sale del Museo sono molteplici e mi sono presa tutto il tempo per ammirare gli innumerevoli reperti. Non nego di essere rimasta affascinata soprattutto dagli enormi sarcofagi decorati con forme geometriche e colori sgargianti, dalla cura con cui le mummie custodite all’interno delle teche sono state imbalsamate e così conservate fino ai giorni nostri, degli occhi meravigliati dei numerosi bimbi in visita.

Evidenzio però un aspetto negativo, ovvero la moltitudine di visitatori assieme al brusio troppo fastidioso. E’ stato quasi impossibile osservare un reperto senza doversi accalcare.
Il Museo Egizio è famoso in tutto il mondo e visitato ogni giorno da migliaia di persone; l’afflusso dovrebbe essere gestito meglio.

Prenotare una visita

Prenotare il biglietto è obbligatorio nei weekend e nei festivi, mentre fortemente consigliato in settimana. Potete farlo cliccando qui.
Il biglietto intero costa 18 euro ma valutate se acquistare la Torino+Piemonte card (clicca qui per più informazioni) per avere l’accesso gratuito al Museo e ad altre attrazioni.

Il fascino di Torino al tramonto

Non ci siamo quasi rese conto di quanto tempo abbiamo trascorso nel Museo, sta di fatto che ci siamo fatte letteralmente cacciare fuori da lì all’orario di chiusura e Torino ci ha mostrato tutta la sua bellezza al tramonto.

Ci siamo dirette verso Piazza Vittorio Veneto, immensa, ed abbiamo attraversato il Po percorrendo il Ponte Vittorio Emanuele I, al di là del quale si estende il quartiere collinare della città.

Non è mancata una visita alla Chiesa della Gran Madre di Dio, subito oltre il fiume.
Unica chiesa torinese di proprietà comunale, fu fatta erigere da re Vittorio Emanuele I di Savoia nel 1814 dopo la ritirata dell’esercito napoleonico che segnò il capitolare del dominio francese.

Il fascino della Chiesa della Gran Madre

Uscite da lì, Piazza Vittorio Veneto si è fatta contemplare per interminabili minuti: un colpo d’occhio spettacolare.

Piazza Vittorio Veneto

Toccata e fuga sotto la Mole Antonelliana

Disfatte ma felici, abbiamo percorso una Torino silenziosa lungo Via Giuseppe Verdi e, attraversando l’incrocio con Via Montebello, ci siamo imbattute nell’imponenza della Mole Antonelliana.

Prenotare una visita

Purtroppo non siamo riuscite ad accedere alla struttura per tutto il weekend poiché l’ingresso era sold out a causa dell’afflusso di turisti in visita alla mostra di Tim Burton allestita nel Museo Nazionale del Cinema ospitato all’interno.

Proprio per questo ho deciso di far ritorno a Torino una seconda volta!
Consiglio spassionato: prenotate con largo anticipo la salita sulla Mole (l’ascensore che vi porta in cima ha capacità limitata) e/o l’ingresso al Museo Nazionale del Cinema per evitare di rimanere fuori come noi!

Potete acquistare il biglietto cliccando qui.
L’accesso costa 15 (solo museo) o 20 euro (museo + ascensore).
Ricordatevi che presentando la Torino+Piemonte Card (clicca qui per maggiori informazioni) potete ricevere sconti molto importanti.

cosa visitare a torino

A letto senza cena

Ebbene, questa la situazione: io sveglia da 36 ore, smontante dal turno di notte in ospedale. Giuditta distrutta dalla settimana lavorativa.
Ci siamo guardate in faccia e con un cenno abbiamo capito di essere d’accordo: a letto senza cena!

Giorno 1

Salita alla Basilica di Superga

Ci siamo svegliate con il sole splendente ed una temperatura incredibilmente sopra la media.
Il cielo blu ci ha suggerito solo una cosa: salita alla Basilica di Superga.

Come raggiungerla

So che vi metterete a ridere ma voglio essere sincera: siamo salite sul colle in taxi!
Le chiacchiere col tassista che ci ha intrattenute durante il tragitto sono state illuminanti perché ci ha suggerito un sacco di cose da fare e posticini tipici in cui mangiare.
In due siamo riuscite ad ammortizzare il costo della tratta (circa 10 euro a testa) e i tempi per raggiungere la basilica si sono notevolmente ridotti.

Superga dista circa 10 chilometri dal centro città e gli ultimi sono tutti in salita.
Se siete bene attrezzati (scarpe sportive ed abbigliamento comodo) o avete molto tempo a disposizione potete pensare di farvi una bella camminata.

Se desiderate utilizzare i mezzi pubblici, cosa che noi abbiamo scelto di fare al ritorno, potete prendere i bus 61 o 68 o la linea 15 del tram fino alla stazione Sassi. Da lì prenderete la navetta che vi conduce fino in cima al colle in attesa che riapra la Tranvia della collina chiusa per lavori.

Una bellezza inaspettata

La Basilica di Superga ci ha accolte nella tarda mattinata: il sole era caldo sul piazzale antistante la chiesa, la folla contenuta, il panorama un po’ velato dalla foschia.
Siamo rimaste per un po’ a contemplare la vista da lassù: tutta Torino, la Mole in lontananza, il Po tranquillo nel suo comodo letto e le Alpi a incorniciare questa cartolina.

cosa vedere a torino
L’abbraccio delle Alpi

Alle nostre spalle abbiamo potuto ammirare altri 75 metri di bellezza: la Basilica di Superga svettava imponente su di noi.
Ammetto di essermi sentita piccola piccola di fronte a uno spettacolo del genere!

Due parole sulla Basilica

Se siete indecisi su cosa vedere a Torino e dintorni, questo luogo ha sicuramente la priorità.

La Basilica di Superga sorge sul colle che porta il tuo stesso nome, a 672 metri d’altezza sul livello del mare.
Fu fatta realizzare da re Vittorio Amedeo II in ringraziamento alla Vergine Maria per la vittoria sull’esercito francese nel 1706.
La sua costruzione, progettata dall’architetto Filippo Juvarra, durò ben 14 anni.

L’edificio è a pianta circolare, sormontato da un’enorme cupola barocca, preceduto da un enorme pronao sorretto da 8 colonne che mi ha ricordato l’ingresso al Pantheon di Roma.

Il suo interno è magnifico ma onestamente sono rimasta più colpita dall’aspetto esterno della chiesa: il contrasto fra il colore delle pareti aranciate e il cielo blu mi ha decisamente impressionata.

Non dimenticatevi di visitare la Cappella del Voto, all’interno della Basilica: qui è conservata la stessa statua di legno della Madonna delle Grazie a cui si rivolse Vittorio Amedeo II per vincere la battaglia.

Cosa non dovete perdervi

L’accesso alla basilica è gratuito ma vi consiglio vivamente di visitare tutto il complesso monumentale di Superga ad un costo irrisorio.

L’ingresso della salita alla cupola (3 euro prezzo intero, gratis con Piemonte + Torino Card) si trova all’interno della basilica.
131 gradini vi condurranno letteralmente sul tetto del mondo da dove ammirerete valli e montagne a perdita d’occhio.

Sul tetto del mondo

La cripta (accesso 5 euro prezzo intero, gratis con Piemonte + Torino Card) ospita le Tombe Reali della dinastia Savoia.
Si tratta di un vero e proprio mausoleo in quanto le sepolture sono ben 62 e corre voce che presto vi sarà trasferito il corpo di Vittorio Emanuele di Savoia venuto a mancare quest’anno.
La cripta è un capolavoro di arte ed ingegno: scendendo lo scalone che conduce al sotterraneo ho avuto l’impressione di fare ingresso in un vero e proprio palazzo reale pieno di sfarzo.

Uscendo dal complesso monumentale e giungendo sul retro, avrete modo di osservare un minuto di raccoglimento di fronte al memoriale della squadra del Torino Football Club che, nel 1949, si schiantò contro i muraglioni di sostegno del giardino proprio in quel punto.

Pomeriggio alla Fiat Lingotto

Abbiamo fatto ritorno in centro città dopo l’ora di pranzo e fino a metà pomeriggio la nostra unica preoccupazione è stata quella di vagare a zonzo fra bistrot, piazze e vie, gustando qui e là una fetta di torta salata, un bel cono gelato o un buon bicerin.

Per passare il resto della giornata abbiamo inserito nella nostra visita alla città una meta originale e sicuramente meritevole di attenzione.

Prendendo la linea 1 della metropolitana siamo scese al capolinea “Lingotto”, giungendo a destinazione.

La Fiat Lingotto

Progettata dall’ingegnere Trucco, la Fiat Lingotto è stata inaugurata nel 1923 come la più vasta fabbrica di automobili d’Europa ed una delle più grandi a livello mondiale.
La sua architettura è ispirata al modello fordista statunitense con spunti di innovazione fra cui la pista di collaudo delle autovetture realizzata sul tetto dell’edificio.
L’architetto e urbanista Le Corbusier ha descritto il Lingotto come “uno degli spettacoli più impressionanti che l’industria abbia ormai offerto”.
Dopo la chiusura della fabbrica nel 1982, l’edificio è stato riqualificato da Renzo Piano ed oggi ospita un enorme complesso multifunzionale che include la Pinacoteca Agnelli, il Politecnico di Torino, un cinema, un auditorium, un centro commerciale a alcuni uffici.

Visita alla Pinacoteca Agnelli

Siamo entrate nel complesso con la meraviglia negli occhi. Mi è venuto da pensare come negli anni ’80 fosse così grande il desiderio di modernità riprodotto poi in quest’opera d’architettura.

Non siamo riuscite a visitare la Pista 500 (clicca qui per saperne di più) all’ultimo piano poiché in chiusura (in inverno ricordate di andare presto altrimenti rischiate di rimanere fuori come noi!).
Ci siamo perciò “accontentate” di ammirare le opere esposte nella Pinacoteca Agnelli (clicca qui per acquistare il biglietto d’ingresso), spazio oggi dedicato alla produzione di mostre inedite e vari progetti commissionati da artisti italiani e internazionali.

La Collezione Permanente accoglie invece un nucleo di opere di inestimabile valore storico ed artistico, tutte di proprietà di Giovanni Agnelli e sua moglie Marella Caracciolo: da Canova all’impressionismo, dal futurismo al cubismo.

Una sosta al FiatCafé500

Prima di concludere la visita ci siamo rigenerate al bar del complesso che si affaccia sulla pista di collaudo osservando il tramonto e le montagne circostanti.

Il Caffè 500

Cena in centro

Abbiamo concluso il nostro giorno 1 a Torino gustando un’ottima cena da Wi.De (clicca qui per prenotare un tavolo), cocktail bar specializzato in Gin e piccole porzioni di prodotti tipici piemontesi.

Abbiamo fatto ritorno in hotel passeggiando per le vie del centro e solo in quel momento ho avuto modo di concludere quanto sia affascinante e regale questa città quando cala il sole.

Giorno 2

Alla scoperta del Palazzo Reale

La mattinata piovosa ci ha subito convinte a passare qualche ora al chiuso: ma dove?
Siamo state indecise fino all’ultimo su quale attrazione visitare dato che nel centro di Torino c’è l’imbarazzo della scelta.

Il Palazzo Reale ha avuto la meglio: mi sono innamorata della sua facciata illuminata fin dalla prima sera.
Onestamente non credo che una bellezza architettonica di questo genere possa passare inosservata: è situato infatti nel cuore della città, ovvero in Piazza Castello.

Ben 3 secoli di storia

Il Palazzo Reale ha origini ben precedenti alla dominazione sabauda. In origine, l’edificio è stato palazzo vescovile fino al XVI secolo quando Emanuele Filiberto I di Savoia lo ha scelto come dimora privata considerata più consona di essere elevata a corte rispetto all’adiacente Palazzo Madama.

Negli anni la struttura ha subito un ampliamento progressivo fino a diventare molto esteso, considerando il palazzo stesso e il giardino che lo affianca.

Il Palazzo Reale è rimasto sede ufficiale della monarchia fino al 1865: in quell’anno i Savoia si sono trasferiti a Firenze, presso Palazzo Pitti, rendendo la dimora un alloggio per le loro visite a Torino.

La caduta della monarchia nel 1946 ha destinato all’oblio il Palazzo per diversi anni finché lo Stato Italiano ha iniziato una lunga opera di restauro.

Come in una favola

Ho varcato la cancellata del palazzo su Piazza Castello col naso all’insù e mi sono sentita proiettata in un’altra epoca.

In una favola

Ogni volta che visito appartamenti reali e ambienti antichi e sfarzosi penso sempre a quanti passi possano aver solcato nei secoli quegli scricchiolanti pavimenti in legno.

Credo che l’ambiente rimasto più impresso nella mia mente sia l’armeria per la sua luce, per i dipinti sul soffitto, per la quantità infinita di armi di ogni tipo custodite all’interno di enormi teche, per lo stupore in chi ammirava tutt’intorno come me.

L’Armeria Reale

La Cappella della Sindone

Il Palazzo Reale ospita inoltre la Cappella della Sindone, realizzata nel ‘600 per custodire la famosa Sacra Sindone, telo di lino con impressa l’immagine di un corpo che i credenti identificano con Gesù Cristo di cui i Savoia sono entrati in possesso nel 1453.

Devo ammettere di essermi commossa entrando al suo interno, meravigliata dalla trama della struttura e dei suoi simboli: stelle ed esagoni richiamano il più alto dei cieli, le croci la redenzione e così via.

Pensate che un vasto incendio l’ha distrutta in gran parte nel 1997 e grazie a lunghi lavori di restauro la Cappella ha riacquisito esattamente il suo aspetto originario.

Cappella della Sindone, interno

La Galleria Sabauda

Per gli amanti della storia dell’arte come me, la Galleria Sabauda è un vero e proprio paradiso: rappresenta infatti una delle più vaste e importanti collezioni pittoriche in tutta Italia.

galleria sabauda torino

Ho percorso i suoi lunghi corridoi ammirando ben 500 opere e alla fine mi girava la testa, ma ne è valsa decisamente la pena.

Accedere al Palazzo Reale

Per accedere al Palazzo Reale prenotate il biglietto (clicca qui per più informazioni) con anticipo e ad orari tattici (per esempio la mattina presto) per godervi a pieno la visita.

L’accesso è gratuito se siete in possesso della Torino + Piemonte Card.

Ultime ore gironzolando per il centro fra arte e buon cibo

Prima di pranzo ci siamo concesse una rapida visita al Duomo che mi ha piacevolmente stupita per la sua linearità esteriore in contrasto con lo sfarzo delle cappelle interne.

Ad oggi la Sindone è custodita proprio nel Duomo, ho fatto quindi una sosta di qualche minuto per ammirare la teca che la contiene.

Non paghe della lauta colazione in hotel, prima di pranzo abbiamo fatto una sosta al Caffé Mulassano che dal 1925 coccola i torinesi e i turisti con tante leccornie. Pensate che qui è nato il famoso tramezzino!

Per concludere in bellezza il nostro weekend non ci è rimasto che consumare un pranzo coi fiocchi all’Osteria degli Ottoni dove ci siamo perse in chiacchiere con l’oste rischiando letteralmente di perdere il treno.

Considerazioni

Ho sempre avuto molto senso dell’orientamento. Spesso, quando sono in gruppo, gli altri si affidano a me per essere sicuri sulla direzione da prendere.
Torino è il primo luogo che visito in vita mia ad avermi fatto perdere completamente la bussola: non c’è stato giorno o momento in cui io mi sia riuscita ad orientare, testimone la mia amica Giuditta che mi ha fatto praticamente da cane guida.

Vi è mai capitato?

Torino mi ha lasciato dentro tante sensazioni: è una città grande, enorme. Forse un po’ malinconica e triste ma affascinante per questo.

Mi ha accolta un po’ freddamente, con il suo traffico composto e le poche persone in giro in proporzione alla sua grandezza.

Poi piano piano si è aperta e siamo entrate in confidenza, ma sul più bello l’ho dovuta lasciare.

Il bello di viaggiare è anche la diversità delle impressioni che si provano.

La conoscenza con Torino è rimasta come “sospesa”: segno del destino che dovrò rifarle visita.

torino
Lungo il fiume Po

Se desiderate passare un weekend lungo in Toscana, leggete l’articolo cliccando qui sotto per saperne di più!

Avete trovato l’articolo interessante? Se vi va condividetelo sui social, lasciate un commento ed iniziate a seguirmi.
Alla prossima!

Tabella dei Contenuti

Laura Bovi
Ho deciso di battezzare il mio piccolo mondo digitale con una combo dei soprannomi 
più simpatici attribuiti alla sottoscritta: uno richiama il nome, l’altro il cognome.
Ecco
chi sono: Laubibs. 
Condividi l'articolo
Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *