Con questa recensione voglio raccontarvi di un romanzo che esplora il potere creativo dei videogiochi e i legami che si costruiscono e resistono al tempo.
Una storia ambiziosa, che però, almeno per me, inciampa in una narrazione troppo lenta, dove l’emozione fatica davvero a emergere.
Informazioni editoriali
Titolo: Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow
Autore: Gabrielle Zevin
Pagine: 441
Prezzo cartaceo: 9 euro (TEA editore)
Prezzo ebook: 8,99 euro
Trama
Sam Masur e Sadie Green si incontrano da bambini in una sala giochi di un ospedale. Dopo anni di silenzio, si ritrovano per dare vita a un sodalizio creativo e umano che li accompagnerà per decenni. Uniti dalla passione per i videogiochi e per la narrazione interattiva, Sam e Sadie fondano una software house indipendente. Iniziano così a sviluppare giochi che non solo riscuotono un enorme successo commerciale, ma diventano anche strumenti di espressione personale e artistica.
La narrazione segue l’evoluzione del loro rapporto ora complice, ora conflittuale, attraverso le sfide dell’età adulta, il successo, il dolore, la malattia, la solitudine e la ricerca costante di un linguaggio comune.
Attorno a loro ruotano personaggi secondari ben definiti, come Marx, il terzo membro fondamentale del gruppo. La sua presenza introduce dinamiche affettive e morali che diventano centrali nel corso del romanzo.
Il libro è costruito come una lunga partita a più livelli. Ogni “salvataggio” e ogni “game over” contribuiscono a definire chi sono i protagonisti, come comunicano tra loro e cosa sono disposti a perdere o salvare in nome del gioco, dell’arte e dell’amicizia.
Cosa ne penso
Mi sono approcciata a Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow con molta curiosità, spinta dalle numerose recensioni entusiaste e dall’originalità della premessa.
E’ una storia di amicizia e creazione, intrecciata al mondo dei videogiochi come metafora della vita. Tuttavia, la lettura non ha mantenuto le mie aspettative.
Ho trovato la narrazione faticosa, appesantita da un ritmo lento e da una prosa spesso ridondante. L’autrice sembra voler infondere ogni pagina di un’importanza emotiva quasi solenne, ma questo effetto si traduce, almeno per me, in una certa stanchezza narrativa.
Ci sono momenti in cui si ha la sensazione che tutto si fermi e nulla proceda davvero, che l’introspezione dei personaggi diventi più una zavorra che un approfondimento.
I protagonisti Sam e Sadie pur essendo ben caratterizzati, non sono riusciti a coinvolgermi pienamente. I loro conflitti, le incomprensioni e il continuo rincorrersi tra affetto, orgoglio e distanza mi sono sembrati a tratti forzati e poco dinamici. L’autrice insiste molto sulle fratture relazionali, ma spesso senza farle evolvere in modo convincente.
Il mondo dei videogiochi, pur centrale, viene trattato in modo che a volte sembra eccessivamente autoreferenziale. Alcune lunghe descrizioni tecniche e riflessioni sul game design risultano prolisse, togliendo forza emotiva alla trama principale. Il romanzo sembra rivolgersi a chi ha una profonda familiarità con quel mondo, lasciando forse fuori chi cercava una storia più universale o intimista.
Detto questo, devo riconoscere che nell’ultima parte il romanzo recupera un po’ di slancio.
Alcuni capitoli finali, più asciutti e diretti, riescono a toccare corde autentiche.
Si avverte la fragilità, la perdita, il bisogno di restare umani anche in mezzo al caos e all’ambizione. Peccato però che questo arrivo emotivo giunga solo dopo un lungo tragitto costellato di lentezze e ripetizioni.
Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow ha tutte le carte per piacere a chi cerca una narrazione molto stratificata e ha tempo e voglia di entrarci dentro con pazienza.
Per me, però, è stata una lettura faticosa, che mi ha lasciata più stanca che ispirata.

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Alla prossima!