Terminate di recente alcune letture abbastanza impegnative, per il mese di Agosto ho scelto questo romanzo che alterna il racconto del mito della famiglia Florio, da tutti noi conosciuta come “quella del Marsala”, alla narrazione di vicende storiche nell’Italia dell’800. Moti rivoluzionari e dominazione borbonica fanno da cornice ad una Sicilia che reclama l’indipendenza dall’oppressione sovrana.
Tutto ciò rende I Leoni di Sicilia connubio perfetto tra romanzo e storia.
Informazioni editoriali
Titolo: I leoni di Sicilia
Autore: Stefania Auci
Pagine: 430
Prezzo cartaceo: 18,00 euro
Prezzo ebook: 10 euro circa
Trama
Nel 1799 i giovani fratelli Paolo ed Ignazio Florio sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, un paesino affacciato sulla costa calabrese, ai tempi dimenticato da Dio.
I Florio sono ambiziosi, guardano avanti con fierezza perchè desiderosi di primeggiare su tutti in ricchezza e potenza.
Sono anni difficili per il Mezzogiorno: Garibaldi è alle porte ed allo stesso tempo la Sicilia vuole essere indipendente.
In pochi anni i due fratelli fanno della loro piccola bottega o “putìa” di spezie la migliore in tutta Palermo. Subentra poi il commercio dello zolfo, l’acquisto di case e terreni che scivolano via dalle mani dei ricchi palermitani. Con fatica e determinazione creano una loro compagnia di navigazione ed estendono la propria fama e potenza sino a Favignana e a Marsala. Qui Vincenzo, figlio di Paolo ormai anziano, prende le redini dell’attività. A Favignana sviluppa una nuova tecnica di conservazione del tonno il cui consumo sarà rilanciato in tutta Europa. A Marsala, l’omonimo vino viene trasformato in vero e proprio nettare prezioso.
I leoni di Sicilia cercano riscatto sociale, partono dal basso senza dimenticare le origini. Gli uomini della famiglia non possono dimostrare la loro fragilità: la società e le malelingue dell’epoca non lo consentono. Proprio per questo hanno accanto Donne eccezionali che sapranno stare al loro fianco su una vera e propria montagna russa che è la vita. Giuseppina, moglie di Paolo, abbandona la sua terra natia per mantenere la stabilità familiare. Giulia, ragazza borghese venuta da Milano, è un fulmine a ciel sereno nella vita di Vincenzo e diventa suo porto sicuro.
Cosa ne penso
L’immagine di copertina, opera di Corcos del 1910, mi ha subito catturata: una dama ottocentesca e due giovani leggono e discutono fra loro su una terrazza affacciata sul mare, pensierosi e forse sognanti.
Il romanzo si divora letteralmente nonostante sia una saga familiare: l’autrice trapanese è perfettamente riuscita ad attualizzare la vicenda dei protagonisti pur calandola perfettamente nel periodo storico interessato.
La narrazione è scorrevole e a mio avviso per nulla lenta e pesante. La presenza del dialetto, soprattutto nei dialoghi, fa calare il lettore in una Sicilia d’altri tempi, che forse ancora oggi mantiene quell’aspetto.
Di tutti i personaggi mi rimane più nel cuore Giulia: ragazza di un’altra Italia, si trasferisce da Milano con la famiglia e vive in una Palermo a lei ostile. La caparbietà e fierezza con cui incassa maldicenze e pensieri negativi di una società che fatica ad accoglierla fanno di lei Donna con la D maiuscola. Giulia farà di tutto per tenersi stretti i suoi affetti, a costo di sentirsi definire di facili costumi, e darà al compagno un braccio a cui aggrapparsi nei momenti in cui il vento soffia più forte.
Leggetelo.
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Alla prossima!