Passeggiata al lago di Castel dell’Alpi

lago di castel dell'alpi

L’Appennino bolognese non delude mai in qualsiasi stagione.
Durante la stagione fredda, prendere l’auto e salire lungo i pendii vuol dire inoltrarsi in paesaggi brumosi e da favola.
In autunno, quando la natura sfoggia i suoi migliori abiti colorati, si ammirano sfumature mozzafiato e si raccolgono funghi e castagne.
In estate si sfugge alla canicola cittadina: basti pensare che ad appena 600 metri di altitudine si fa sentire una differenza climatica di almeno 10 gradi!
Non rimane che sfruttare qualche ora del proprio tempo per farci un giro: qui sotto vi racconto una passeggiata al lago di Castel dell’Alpi.

lago di castel dell'alpi
Sponda destra

Fuga dalla città

In casa il termometro segna 34°C.
Sono le 5 del pomeriggio e senza pensarci due volte si prende l’auto e si vola via.
Percorriamo tutto il fondovalle del fiume Savena in direzione lago proseguendo poi sulla Strada Provinciale SP60 lungo Via Valgattara fino a destinazione.
L’auto corre e piano piano la temperatura scende: apriamo i finestrini e ci investe l’odore tipico della montagna, un mix di pioggia, erbe, prato tosato di fresco.
Sulla nostra destra inizia a comparire il lago fra la vegetazione e i canneti. Scendiamo verso le sue sponde e parcheggiamo: siamo accolti da 24°C e pochi fortunati si stanno già godendo il fresco martedì pomeriggio.
Mi guardo attorno e penso: paradiso!

Il lago: un po’ di storia

Il lago di Castel dell’Alpi (700 metri s.l.m.), nel comune di San Benedetto Val di Sambro, è l’unico tra quelli della provincia di Bologna ad avere origini naturali.
Si è formato grazie ad una frana che, nel 1951, bloccò il corso del fiume Savena creando una diga naturale e di conseguenza l’attuale invaso idrico.
Il borgo di Castel dell’Alpi fu completamente distrutto ad eccezione della chiesetta e del suo campanile che ad oggi si possono ancora ammirare se si alza lo sguardo.

Un giro attorno al lago

Ci incamminiamo lungo le sue sponde e assaporiamo l’atmosfera.
Di cicale, per fortuna, nemmeno l’ombra!
Qualcuno pesca, salutiamo.
Più avanti, una coppia di ragazzi è intenta a svolgere esercizi di yoga fra una risata e l’altra. Noi, alle loro spalle, cerchiamo di riprodurli ma desistiamo dopo poco!
Più avanti ancora, due ragazzini conducono i propri cani al guinzaglio: o meglio, i cani trascinano i padroncini dopo aver fatto un bel bagno rinfrescante tutti e quattro.
Mi avvicino al pontile da cui l’anno scorso ho pescato e mi siedo: alla mia destra un fitto canneto, ai miei piedi uno specchio d’acqua lievemente increspato.

Avanziamo risalendo un sentiero che costeggia la sponda sinistra, siamo esattamente sotto la chiesa.
Gradini a salire e gradini a scendere. Guardo il lago: qualche pesce abbocca in superficie per catturare i moscerini sul pelo dell’acqua. Il risultato è una serie di cerchi concentrici che svaniscono rapidamente dalla superficie.


E’ ormai l’ora dell’aperitivo: la Spiaggetta, piccolo bar sulla sponda destra, “sforna” Spritz a chi ha appena terminato di lavorare ed ora si riposa facendo due chiacchiere con i propri compaesani. La vita di paese è così.
Riprendiamo l’auto dirigendoci verso il Passo della Futa.

Si cena oltre il valico

Cosa c’è di meglio che una cenetta in Toscana?
Siamo a pochissimi chilometri dal confine tosco-emiliano: non ci pensiamo due volte e valichiamo il Passo della Futa lungo la Strada Statale SS65.
La Toscana ci accoglie con i suoi panorami mozzafiato, poco lontano da noi una grossa nube rosata e carica di pioggia abbraccia una cima montuosa.
La luce calda del tramonto penetra nel sottobosco che attraversiamo. Non incrociamo anima viva, solo casette di montagna sparse qua e là lungo la strada.
La speranza di imbatterci in qualche animale selvatico svanisce al nostro arrivo al bar Poggetto: qui facciamo rifornimento di formaggio di pecora come ogni volta che saliamo. Cliccando sul pulsante leggerete qualcosa di più su questo posticino magico!

Arriviamo a destinazione e ci rifocilliamo.
L’albergo ristorante da Jolanda in località Traversa (Firenzuola, FI) è fermo nel tempo: siamo catapultati negli anni 70. Arredamento interno in legno, il gestore al bancone del bar.
Ceniamo in veranda, finalmente con giacca di jeans sulle spalle, su tovagliette di carta: è bello così.
Dietro di me due signore toscane “in villeggiatura” giocano a carte: sono concentratissime e quasi non si accorgono di noi che ci sediamo al tavolo accanto.
Il raviolo di patate al ragù è il re della serata.

Ritorno a casa

E’ buio pesto e gli abbaglianti dell’auto faticano quasi a fendere le tenebre. I grilli fanno un gran baccano, noto sul cruscotto la temperatura esterna: 18°C!
Ci fermiamo in un piazzale di sosta e ammiriamo le stelle, a fari spenti. La Via Lattea è nitida sopra di noi.
Verso nord lampeggia: chissà se a Bologna piove.
Si torna a casa con pancia e cuore pieni.

Informazioni

  • Il giro del lago di Castel dell’Alpi si percorre a piedi in circa un’ora, andando a passo lento, scattando fotografie, fermandosi a contemplare in paesaggio.
  • Sono presenti area relax, area picnic, area giochi per bimbi e diverse panchine su cui rilassarsi lungo le sponde.
  • Dal lago potete imboccare vari sentieri CAI, fra cui quello che conduce fino a Madonna dei Fornelli, a circa 2 km da lì.
  • Segnalo la trattoria bar Bibo e il ristorante Appennino, sempre oltre il Passo della Futa, come valide alternative.
  • Potete percorrere la SS65 della Futa fin da Bologna: è suggestiva ma le curve sono molte!

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Alla prossima!


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Laura Bovi
Ho deciso di battezzare il mio piccolo mondo digitale con una combo dei soprannomi 
più simpatici attribuiti alla sottoscritta: uno richiama il nome, l’altro il cognome.
Ecco
chi sono: Laubibs. 
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