Dopo tanti anni di attesa, L’amore ai tempi del colera di G.G. Márquez è finito fra le mie mani.
Credo che questo sia uno dei più bei romanzi romantici che abbia mai letto.
L’amore ai tempi del colera è un racconto positivo, colorato.
Ha il sapore di fiaba che può diventare realtà, quel sapore che solo chi è stato perdutamente innamorato conosce bene.
Leggete qui sotto la mia recensione.
Informazioni editoriali
Titolo: L’amore ai tempi del colera
Autore: Gabriel García Márquez
Pagine: 366
Prezzo cartaceo: 12 euro (Mondadori Edizioni)
Prezzo ebook: 7 euro
Trama
Cartagena, Colombia, fine Ottocento.
Florentino Ariza è un impiegato telegrafista malinconico e discreto, appassionato di poesia.
All’uomo basta un solo fugace incontro con Fermina Daza, la ragazza più bella della città, per innamorarsene perdutamente.
Lei ricambia ma suo padre non approva l’unione che viene subito ostacolata dal matrimonio combinato fra la giovane donna e il famoso e ricco medico Juvenal Urbino.
L’unione fra Fermina e Juvenal diventa col tempo solida e felice.
Florentino però non dimentica il suo unico amore: la passione non si spegne ed attende di bruciare di nuovo.
Egli fa di tutto per essere degno di Fermina poiché la vuole riconquistare a tutti i costi.
Si butta sul lavoro e fa carriera nella Compagnia Fluviale dei Caraibi.
Nel frattempo si strugge di dolore e nostalgia. Nonostante la quantità di amanti che dormono nel suo letto, Florentino si sente legato solo a Fermina.
Passano gli anni e Juvenal, ormai anziano, muore in un incidente domestico alquanto bizzarro.
Dopo ben 53 anni, 7 mesi e 11 giorni, Florentino si dichiara nuovamente all’amore della sua vita.
Fermina, dopo tanto tempo trascorso nell’apparente indifferenza nei confronti dell’uomo, accetta di amarlo.
Un sentimento eterno ed incontrollabile porterà i protagonisti ad una conclusione tenera e inattesa del romanzo.
Cosa ne penso
Il filo conduttore del libro è certamente l’amore non ricambiato ma, oltre a quest’ultimo, sono descritti accuratamente i sentimenti che più comunemente prova l’animo umano: egoismo, indifferenza, dedizione, perseveranza.
In un mondo che vuole convincerci che l’amore eterno non esiste, il romanzo racconta di come invece le persone possano nutrire sentimenti sani, forti ed indistruttibili.
Il libro è una celebrazione delle persone che vivono l’amore non corrisposto con tenacia e lungimiranza, con pazienza ed ottimismo. Questo approccio, soprattutto ai giorni d’oggi in cui l’amore è inteso come possesso, dovrebbe essere d’insegnamento.
L’amore ai tempi del colera ci fa conoscere la vita del dottor Juvenal Urbino ed alcune sue vicissitudini finché improvvisamente muore.
Facendo credere al lettore che questo personaggio sia il vero protagonista del romanzo, Márquez fa subentrare nel racconto sua moglie Fermina Daza e Florentino Ariza.
Chi legge viene perciò catapultato nel bel mezzo di una storia che dura da decenni e narra della passione inesauribile di un uomo per la donna della sua vita che non lo può ricambiare.
Vengono raccontate due vite vissute in parallelo.
I personaggi sono molto definiti nella loro personalità e ciò li rende estremamente realistici.
Fermina è borghese, sposata e con figli. E’ affascinante, ma anche altezzosa e volubile, perfino razzista.
Florentino vive una vita fra lavoro e tante ma brevi storie amorose quando in realtà suo principale obiettivo è conquistare la donna. Egli ruba amore a chiunque ma lo concede solo a Fermina.
I due sono diametralmente opposti sia per quanto riguarda l’aspetto, che per il contesto in cui vivono, il loro carattere ed approccio alla vita.
Nonostante ciò si innamorano perdutamente l’uno dell’altra.
La storia potrebbe essere considerata un’epopea romantica ma in realtà l’autore ci racconta un amore alterato, sofferto e perciò reale.
Márquez ci mostra litigi, tradimenti e incomprensioni, perché nessun amore è immutabile o perfetto.
Inoltre il tipo di sentimento che provano Juvenal e Florentino per Fermina è per il primo più coniugale, per il secondo più passionale.
E cosa c’entra il colera con questa storia?
Ci ho messo un po’ a capirlo ma sono riuscita a dare un’interpretazione all’associazione che fa l’autore.
L’amore viene inizialmente scambiato per colera quando il sentimento assale l’essere umano così intensamente da far scambiare le sue reazioni (vomito, sudori freddi, palpitazioni) per i sintomi della malattia che infesta la Colombia nel periodo in cui è ambientato il romanzo.
La narrazione è a tratti molto lenta ma trasmette al lettore quel senso di attesa vissuto dal protagonista.
L’uomo infatti, dopo un tempo che pare infinito, riesce a dare un senso a tutta la sua vita.
Penso che la storia di Florentino voglia farci comprendere qualcosa di preciso.
Intanto che aspettiamo che succeda qualcosa, la vita ci offre opportunità di azione, pensiero e cambiamento che dovremmo cogliere anche quando ci sembra di essere deviati dall’obiettivo principale.
Quello che ci spetta, prima o poi, troverà il modo di tornare sul nostro cammino.
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Alla prossima!