Finalmente condivido con Voi lettori la mia ultima visita di qualche mese fa in qualità di turista nella mia città!
Quello di cui vi sto per parlare è un luogo molto particolare, così vicino al centro storico di Bologna ma allo stesso tempo poco conosciuto, dalla storia molto particolare e soprattutto più recente di quanto si possa pensare.
Visitare la Conserva di Valverde a Bologna è un’esperienza piacevole e quasi avventurosa e divertente: permette di conoscere la storia della città e comprendere il genio di chi l’ha saputa rendere grande e potente nei secoli passati.
Comincio ora a raccontarvela!
Un luogo magico in pieno centro città
Chi direbbe mai che in un battito di ciglia ci si possa catapultare indietro nel tempo di circa 500 anni scendendo 2 rampe di scale nel sottosuolo, mentre fuori pioviggina e l’estate inizia a fare capolino sgomitando fra il suono del traffico nell’ora di punta, in una delle strade più trafficate del centro di Bologna?
Risaliamo Via San Mamolo a piedi rischiando di essere falciate dalle automobili che corrono perché in quel tratto il marciapiede è inesistente.
Io sono sempre col naso all’insù: questa è una delle zone che preferisco della mia città. Qui le case e i palazzi, numerosi e molto vicini l’uno all’altro, sono incastonati nel verde della rigogliosa collina a ridosso del centro storico.
Imbocchiamo Via Bagni di Mario e osserviamo le graziose villette che costeggiano la carreggiata: qualcuna è fresca di restauro, qualcun’altra necessiterebbe di un bella ristrutturazione.
Il nostro passo si arresta ai piedi di una alta e stretta cancellata che riporta una piccola insegna che ci fa comprendere di essere nel posto giusto. Se non fosse per quest’ultima il luogo risulterebbe quasi anonimo, se non fosse per qualche persona appostata come noi in attesa che cominci la visita guidata.
Oltrepassato il cancello, giungiamo in un piccolo spiazzo dove il simpatico membro dell’associazione Succede solo a Bologna sta facendo l’appello per vedere se ci siamo tutti.
Alla mia destra, dall’altra parte della recinzione, una signora sta tosando il prato nel giardino di casa sua.
Guardo oltre lo spiazzo e vedo scendere due cani dalle abitazioni in cima alla collinetta: siamo letteralmente in casa altrui!
La meraviglia ai nostri occhi
Siamo tutti pronti per addentrarci nelle viscere bolognesi. Attraversiamo in fila indiana una porticina e, scendendo alti scalini, sono subito investita da un’ondata di umidità non indifferente. Il corrimano è tutto bagnato, le pareti dell’ambiente sotterraneo trasudano acqua: lo spettacolo si sta tenendo esattamente di fronte a noi.
Un po’ di storia
Quello che sto per raccontarvi è uno dei luoghi storici bolognesi che, riportati al valore originale, fanno sì che la cultura sia accessibile a tutti.
Dopo essere stato completamente restaurato, è aperto al pubblico e perciò visitabile solo dal 2017.
Un grosso fraintendimento
La Cisterna o Conserva di Valverde è erroneamente conosciuta ai cittadini come Bagni di Mario. Anche io stessa, prima di visitarla, ho sempre frainteso la sua funzione.
In passato c’era la convinzione che questo luogo avesse origini antichissime, risalenti all’epoca in cui il console Gaio Mario ci avrebbe fatto costruire la sua Domus assieme a numerose vasche termali.
Tante decorazioni alle pareti e il rosso pompeiano che colora queste ultime sembrano ricondurre infatti all’epoca romana: niente di più errato!
Le origini della cisterna
La Cisterna ha origini ben più recenti, risalenti al ‘500.
Nel 1506 Papa Giulio II conquistò Bologna, annettendola quindi allo Stato della Chiesa e facendola diventare la più potente città dello stato pontificio, seconda solo a Roma.
Bologna, in quell’epoca, era ancora impostata su schemi urbanistici medievali che a partire dal 1520 furono completamente stravolti per far spazio ad opere architettoniche ed ingegneristiche al passo con i tempi.
Per abbellire la nuova Piazza del Nettuno (inaugurata dopo l’abbattimento di un gran numero di piccole costruzioni), nel 1566 fu infatti terminata la costruzione dell’omonima fontana che simboleggiava la generosità del governo pontificio di Papa Pio IV.
L’ingegno di Tommaso Laureti
La fontana del Nettuno, inizialmente alimentata da un unico condotto proveniente dalla sorgente Remonda nei pressi della collina San Michele in Bosco, necessitava di un maggiore apporto d’acqua per poter funzionare al meglio.
Fu a questo punto che l’architetto catanese Tommaso Laureti edificò la Cisterna di Valverde, sistemando definitivamente l’intero sistema idraulico.
Laureti si recò con la sua quadra lavori alle pendici del Colle dell’Osservanza che sovrasta il centro di Bologna e notò quanto la zona fosse ricca di ruscelli sotterranei ed arenaria, roccia porosa in grado di assorbire ingenti quantità idriche.
Decise perciò di costruire qui la Cisterna sotterranea.
Furono scavati ed approfonditi numerosi cunicoli nella roccia da cui usciva l’acqua. Quest’ultima decantava all’interno delle vasche seguendo il principio dei vasi comunicanti, veniva purificata dai ciottoli posti sul fondo dei cunicoli, percorreva in pendenza un paio di chilometri zampillando infine fuori dai 38 augelli che compongono la Fontana del Nettuno.
Il percorso delle acque sotterranee non finiva qui. In parte erano infatti convogliate all’interno del Palazzo Comunale, sede del legato pontificio. Qui alimentavano i suoi giardini interni e la Fontana Vecchia sul lato nord da cui gli acquaioli potevano prelevarle per rivenderle alla popolazione.
La fine di un’epoca
Con il completo restauro dell’antico acquedotto romano, avvenuto nel 1881, la Cisterna fu però esclusa assieme a tutte le altre opere rinascimentali dal rinnovato sistema idrico e subì un progressivo abbandono.
Solo sul finire del secolo scorso, diversi archeologi si preoccuparono di riportare gradualmente alla luce la Cisterna finita in rovina, ritenendola più “vecchia” di quello che in realtà è a causa della sua struttura fuorviante.
La struttura della cisterna
Un’opera geniale
La Cisterna è organizzata su 2 livelli.
Il livello superiore è il primo ambiente che troviamo scendendo nel sottosuolo. E’ costituito da un vestibolo che immette all’interno di una spettacolare stanza di forma ottagonale sovrastata da un’ampia cupola che ricorda quella del Pantheon romano.
Lungo il perimetro della sala, si susseguono 8 vasche destinate a raccogliere, come scritto sopra, le acque della collina di Valverde. Da questa sala si dipartono cunicoli impervi, ad oggi percorribili con un po’ di attenzione.
Adiacente a questa grande stanza si può visitare la Cisternetta, camera ottagonale più piccola in cui si nota un’altra vasca di decantazione: da qui l’acqua usciva al livello inferiore della Cisterna attraverso apposite tubature.
Il livello inferiore non è visitabile ma all’epoca garantiva lo scorrimento delle acque depurate fino al centro cittadino: è messo in comunicazione con il livello superiore grazie al foro sul pavimento al centro della sala ottagonale.
Anche l’occhio vuole la sua parte
Nulla qui dentro è lasciato al caso.
Anni di restauro hanno portato alla luce spettacolari decori.
Una greca decorativa si ripete sia sulla cupola che sulla congiunzione di quest’ultima con le pareti della struttura.
All’interno di una nicchia tripartita, si suppone potesse essere ospitata una statua del Nettuno assieme a quelle di nereidi, delfini, putti e sirene, tutte trafugate.
Sovrastante la nicchia, si può ancora distinguere uno dei due leoni rampanti facente parte del disegno dello stemma della città.
Uno sguardo al Novecento
Osservando bene le pareti, si riescono a distinguere alcuni tratti di tracce elettriche realizzate durante la Seconda Guerra Mondiale.
La Conserva di Valverde fu adibita anche a rifugio antiaereo seppur illegale poiché considerato poco sicuro da un punto di vista strutturale.
Come visitare la Conserva di Valverde
La visita alla Conserva è consentito solo se accompagnati da una guida.
Ho avuto modo di partecipare ad un tour guidato divertente e molto esaustivo organizzato dall’associazione Succede solo a Bologna (cliccate qui per saperne di più). Effettuando un’offerta libera darete la possibilità ai membri dell’associazione di mantenere il luogo pulito e sempre accessibile.
Ricordatevi di portare con voi qualcosa per coprirvi anche durante l’estate in quanto l’escursione termica è importante e l’umidità all’interno della Conserva è tanta!
Fate attenzione a camminare nei cunicoli: il pavimento è umido e scivoloso.
Come raggiungere la Conserva di Valverde
La Conserva di Valverde si trova in Via Bagni di Mario numero 10 a Bologna.
A piedi
Se amate passeggiare potete raggiungere il luogo dal centro cittadino in circa 20 minuti.
Percorrete Via d’Azeglio fino ai viali di circonvallazione ed oltrepassateli. Proseguite dritto risalendo Via San Mamolo ed imboccate infine Via Bagni di Mario.
In bus
Prendente il bus numero 29 da Piazza Maggiore e scendete alla fermata Bagni di Mario.
In automobile
L’alternativa è molto scomoda in quanto è complicato trovare parcheggio in zona che per di più è a pagamento.
Optate per le strisce blu (gratuite nei festivi) oppure per il Parcheggio Staveco a pagamento su Viale Panzacchi.
Avete trovato l’articolo interessante? Se vi va condividetelo sui social, lasciate un commento ed iniziate a seguirmi.
Alla prossima!
Scoprite qui sotto qual è uno dei luoghi che più adoro di Bologna!