Questo articolo è strutturato diversamente rispetto agli altri.
Ho pensato parecchio a come raccontarvi le due settimane passate quest’estate in Brasile: un diario di viaggio si è rivelato la soluzione più originale!
In queste righe vi racconto la prima parte di viaggio a Salvador de Bahia.
Leggerete le mie emozioni provate là giorno per giorno, che ho scritto strada facendo sul mio diario.
Per voi sarà come viaggiare, per me rivivere ricordi ormai da mesi impressi nel cuore e nella mente e che difficilmente sbiadiranno.
9 settembre: si parte
Salutiamo una Bologna un po’ nuvolosa. Il timido sole fa capolino e sembra dirci: “Tornate presto!”
Il volo per Lisbona spacca il minuto: in poco meno di tre ore siamo ospiti dell’area internazionale dell’aeroporto della capitale portoghese che, vista dall’alto, ha sempre il suo fascino.
Il castello, le cupole delle chiese: tutto mi ricorda la bellissima vacanza dell’estate scorsa.
Sofia divora un pastel de nata che, a suo dire, riesce a mascherare il sapore disgustoso del caffè servito in tazzina.
Il volo per Salvador de Bahia porta un’ora di ritardo.
Saliamo a bordo del nostro bolide transoceanico e il personale ci mette subito a nostro agio con sorrisi a 32 denti.
Conquisto il posto 13F e mi rendo piacevolmente conto di avere un sedile libero sia a destra che a sinistra.
Appena decollati, ecco la cena: riso con carne e spezie veramente gustoso, insalatina di ceci, pane, crackers, dolcino di riso e cannella.
A questo punto spero che il sonno sia assicurato ma ahimè non riesco a trovare una posizione conciliante per quasi tutte le 8 ore di viaggio!
Grace mi viene a trovare tutta infreddolita, la ospito sul sedile alla mia destra.
Fra qualche chiacchiera, un film guardato a tratti, una signora anziana che ha la buona idea di sentirsi male a 3 ore dall’arrivo, ecco il momento di mettere piede su suolo brasiliano.
L’atterraggio è dolce, sarei tentata di applaudire ma trattengo l’esultanza del tutto italiana.
Il controllo dei passaporti è veloce e la polizia ci dà il benvenuto.
L’autista Valter ci attende all’uscita: sfrecciamo sulla sua Renault grigia per le strade di Salvador che è ormai mezzanotte.
Percorriamo ampi viali deserti verso il quartiere di Barra: i semafori rossi vengono serenamente oltrepassati perché è quasi più pericoloso fermarsi agli incroci quando c’è poco traffico (così dicono!).
Arrestiamo la corsa sul retro dell’hotel: Valter vuole lasciarci ai piedi di un’alta cancellata sigillata col lucchetto!
Lo convinciamo a fare il giro dell’isolato e accompagnarci all’entrata principale. Dall’altra parte della strada, nel buio più totale, l’oceano è addormentato.
Arriviamo in camera e crolliamo.
10 settembre: primo approccio
Il risveglio è diversamente dolce.
Sono appena le 6 del mattino e fuori dalla finestra la città urla!
La luce filtra prepotente oltre la tenda oscurante che non fa pienamente il suo dovere: per fortuna sono stata previdente e prima di addormentarmi ho messo la mascherina sugli occhi!
L’infisso non è troppo a tenuta e le chiacchiere di chi è in strada sembrano troppo vicine.
Mi giro e rigiro nel letto: Grace è sveglia, o forse non si è mai addormentata. Contattiamo Sofia tre piani più su; è sveglia anche lei.
Ci fiondiamo a fare colazione e finalmente sperimento i primi nuovi sapori: cous cous di manioca, fagottini salati ripieni, pão delícia a volontà. Tutto ottimo: farei il bis e forse anche il tris!
Cliccate qui sotto se siete curiosi di sapere cosa ho mangiato in Brasile durante la vacanza!
E’ arrivato il momento di testare la spiaggia. Usciamo dall’hotel fronte oceano e siamo letteralmente assalite dai bagnini che vogliono offrirci la postazione migliore.
Scegliamo il nostro ombrellone e ci piazziamo sulle nostre seggioline gustando la prima agua de coco di una lunga serie!
Facciamo un bel bagno e gustiamo uno spiedino di formaggio o queijo coalho.
La mattinata passa lentamente. Mi guardo attorno e mi stupisco subito della varietà delle persone che mi circondano: un intruglio di origini, provenienze, lingue, stili, età.
Cerco di memorizzare gli odori molteplici che intercetto chiudendo gli occhi: oceano, cibo, spezie, crema solare, sudore e tanto altro.
Il sole comincia a picchiare: decidiamo di ritirarci per pranzo e scegliamo un locale sul lungomare.
Sofia è andata alla ricerca di un buon gelato di Açaí (cliccate qui per sapere di cosa si tratta), Grace e io preferiamo il salato.
Il caffè è sgradevole ma meglio così: mi disintossico per bene!
Il pomeriggio trascorre lentissimo: è proprio quello che ci vuole per staccare la spina.
Ci spostiamo sulla spiaggia più esposta sull’oceano e contempliamo le onde che si infrangono a riva. La luce del sole che inizia ad abbassarsi rende l’atmosfera avvolgente.
Sono le 5 del pomeriggio e ci prepariamo a contemplare il primo tramonto brasiliano. Nel frattempo facciamo aperitivo con Marina e Gustavo, brasiliani doc.
Una chiacchiera tira l’altra, birre a non finire.
Alle 22 crolliamo nel letto.
11 settembre: si va in esplorazione
Ore 7: spalanco gli occhi. Non si dorme oltre per la confusione fuori dalla finestra!
Scendiamo a fare colazione, sempre molto abbondante.
Iniziamo a esplorare Salvador grazie a Uber che sarà prezioso per tutta la vacanza garantendo i nostri spostamenti.
L’autista chiacchierone ci conduce alla Basílica do Senhor do Bonfim a cui i cittadini sono estremamente devoti.
Durante il tragitto attraversiamo la Salvador “bene”: alti condomini con giardini curati e portineria sono racchiusi sui lati della carreggiata da alte cancellate.
Qui osservo per la prima volta le due facce della medaglia: fuori da quei porti sicuri, la povertà sulla strada regna sovrana.
Saliamo sul colle che ospita la chiesa e scendiamo dall’auto.
Sono subito catturata dalla luce e la pace che emana l’edificio sacro.
Migliaia di nastri in tessuto colorato sono annodati alla cancellata. La tradizione vuole che prima di confezionare ogni nodo (tre di fila) si esprima un desiderio che potrà essere svelato solo nel momento in cui il nastro si romperà per usura, e a quel punto darà esaudito.
Rimaniamo un po’ nei paraggi della chiesa brulicante di fedeli e venditori ambulanti.
La fame inizia a farsi sentire: ci dirigiamo verso la Feira de São Joaquim, mercato cittadino decisamente suggestivo.
Scese dall’Uber, siamo subito investite da una moltitudine di odori. Ovunque regna il caos: i venditori alle bancarelle schiamazzano e rifiutano di farsi fotografare, i trasportatori di merce corrono spingendo carriole cariche di prodotti lungo le corsie del mercato, un uomo carica una capra sulle spalle.
Animali vivi in gabbia da una parte, semi, talee di piante mai viste da quell’altra.
I nostri acquisti: spugna naturale, spezie, frutta secca.
Ci fermiamo a mangiare all’interno del mercato con vista sull’oceano. Ordiniamo un piatto di Feijoada (cliccate qui per sapere come si cucina), accompagnata da riso e insalata.
Dopo pranzo raggiungiamo il centro città e visitiamo il Museo della Musica che racconta la storia della musica bahiana, partecipando anche ad un divertente laboratorio di percussioni!
In serata Marina e Gustavo ci portano ad assaggiare l’Acarajé (cliccate qui per leggere di più su questo piatto).
Il contesto è particolarissimo: siamo seduti ad un tavolo fuori dal locale in un’ampia piazza, circondati da persone molto originali: alcuni bimbi chiedono qualche soldino, altri adulti ci propongono la loro merce.
A qualche centinaio di metri svetta lussuoso il Novotel: due mondi in uno solo.
12 settembre: un nuovo hotel
Oggi cambiamo hotel per avvicinarci a casa di Padre Jurandir che ci guiderà alla scoperta del centro storico e dei suoi segreti.
Facciamo colazione e intanto fuori diluvia; in una manciata di minuti, le nuvole si diradano e lasciano spazio al sole e tanta umidità.
Trascorriamo la mattinata percorrendo le strade di Barra e facendo un po’ di sano shopping e passeggiando sul lungomare, respirando la brezza marina a pieni polmoni.
Consumiamo il pranzo in un delizioso ristorantino vegano, ritiriamo i bagagli in hotel e raggiungiamo il nuovo alloggio.
Qui nessuno parla inglese, è arrivato quindi il momento di sfoggiare il nostro portoghese (praticamente a livello 0) e farci comprendere a gesti.
Siamo subito schedate: ci scattano una foto di riconoscimento che ci permette di accedere all’hotel a qualsiasi ora.
La stanza è spartana ma molto spaziosa e la vista sulla città è pazzesca. Raggiungiamo la piscina sul tetto dell’hotel ma rinunciamo al bagno siccome c’è troppo vento.
Contempliamo il tramonto per poi uscire: ci aspetta una gustosa cena a base di carne grigliata e vari contorni in compagnia di Marina, Gustavo e Leandro: con ben 7 euro a testa ci siamo riempiti la pancia!
13 settembre: visita al centro storico di Salvador de Bahia
Nuovo risveglio, nuovo programma!
Oggi Padre Jurandir ci farà da Cicerone nel centro storico di Salvador.
Rimango letteralmente stravolta nello scoprire che Padre Jurandir conosce il mio ex parroco di Bologna perchè anni fa sono stati missionari qui a Salvador: il mondo è proprio piccolo!
La nostra visita inizia nella piazza principale di Salvador e Padre Jurandir, accompagnato dal riservato Joaquim, ci racconta la storia della fondazione della città.
Subito penso a quanto sia recente la storia di questo Paese rispetto alle origini ben più antiche della nostra Europa.
Siamo circondati dagli edifici del potere; la chiesa più importante è stata invece costruita “sotto” la piazza (noi infatti ci troviamo sopraelevati rispetto al livello del mare) e collegata ad essa da una scalinata.
Proseguiamo il nostro cammino verso un altro piazzale che un tempo ospitava la vecchia cattedrale abbattuta per far spazio alla linea del tram, pensate un po’!
Da qui si gode di un bel panorama sulla Baia de Todos os Santos: il cielo è nuvoloso ma noi ci accontentiamo!
Veniamo accompagnati all’interno del palazzo vescovile un tempo collegato strutturalmente alla vecchia cattedrale.
L’edificio è ben tenuto ed ospita oggettistica liturgica ed arredamento d’epoca all’interno di stanze attigue disposte a ferro di cavallo.
Visitiamo l’odierna cattedrale della Trasfigurazione del Signore.
L’esterno dell’edificio è in netto contrasto con l’opulenza dell’interno: le numerose sculture lignee sono rivestite d’oro e il soffitto imponente ospita una enorme statua del Cristo: è collocata talmente in alto che non riusciamo a comprenderne la grandezza. Ci fidiamo di Padre Jurandir che ci racconta di essere salito su un’impalcatura durante il restauro della chiesa e di aver toccato i piedi immensi della statua!
E’ ormai ora di pranzo e il Restaurante Tropicalia (cliccate qui per leggere cosa abbiamo mangiato e qui per visitare la sua pagina Instagram) ci fa gustare deliziosi piatti tipici.
Facciamo tante chiacchiere e non mancano le risate: Padre Jurandir e Joaquim si divertono ad osservarmi mentre mangio di gusto e rimangono piacevolmente stupiti da quanto apprezzi la loro cucina.
Insomma, anche i brasiliani hanno capito che sono una buona forchetta!
Dopo pranzo ci inoltriamo nel Pelourinho, il vero e proprio centro storico della città.
Ricco di stradine strette e case colorate, prende il nome dal palo a cui, in epoca coloniale, venivano legati e fustigati gli schiavi.
E’ pieno di botteghe di artigianato: Grace contratta con un artigiano per acquistare un particolare runner da tavola fatto a mano.
Ci fermiamo in prossimità di un crocevia che subito mi ricorda l’atmosfera magica che ho vissuto a Porto l’estate scorsa.
Il sole scalda le facciate delle abitazioni colorate.
Alla mia sinistra, fuori da una piccola bottega alcune ragazzine sono intente a intrecciarsi i capelli a vicenda. Di fianco a loro qualcuno canta e chiacchiera.
Proseguiamo lungo la via principale e decidiamo di sostare un un locale un po’ retrò che ci serve un caffè che di “espresso” ha solo il nome scritto sul menù, ma l’atmosfera vale tutto il resto!
Ci sediamo su un terrazzino che si affaccia sulla baia: il contesto è molto particolare e la compagnia molto piacevole, va bene così!
E’ giunto il momento di salutare i nostri due ciceroni.
Prima di rientrare in hotel ci fermiamo a bere qualche bicchierino di cachaça in un divertente locale del centro storico.
Trascorriamo la serata in hotel; si avvicina una giornata bella impegnativa!
14 settembre: gita a Ilha dos Frates e volo verso Rio
La sveglia rompe il sonno alle ore 6: aiuto!
Non manca una lauta colazione prima del checkout. Lasciamo i bagagli in custodia e raggiungiamo Marina e Gustavo che ci aspettano al porto di Salvador.
Ci imbarchiamo tutti insieme verso Ilha dos Frates, paradiso naturalistico a due ore di navigazione dalla costa.
Di questa giornata credo ricorderò sempre il viaggio di andata e ritorno: noi e gli altri ospiti sulla barca che oscilla a cantare, ballare e bere freschi cocktails di frutta e non solo!
Sbarchiamo sull’isola e ognuno di noi paga una piccola tassa destinata al mantenimento dell’integrità della riserva naturale.
Il meteo purtroppo non è dei migliori: viene anche a piovere non appena stendiamo i teli sulla sabbia di cui mi colpisce il colore dorato.
Osservo poi una coppia di strani uccelli che si litigano qualcosa: forse pesce? Chi può dirlo?
Vista la pioggia, decidiamo di visitare il piccolo villaggio sull’isola: una raffinata bottega di artigianato, qualche ristorantino, una chiesetta in cima al colle, un bel panorama.
Qui ho la buona idea di distruggermi un ginocchio inciampando ma niente paura: con disinfettante e cerotto torna (quasi) come nuovo.
In attesa che il vento spazzi via i nuvoloni neri, pranziamo con una gustosa moqueca bahiana e diversi contorni ugualmente prelibati.
E’ finalmente arrivato il momento di stenderci al timido sole comparso dopo il temporale: io mi addormento come un sasso.
Trascorro il viaggio di ritorno a contemplare il l’oceano placido dentro cui si tuffa il sole: questo è l’ultimo tramonto a Salvador.
La serata è giovane: sono solo le 22, il volo per Rio de Janeiro decolla alle 3 del mattino!
Decidiamo di cenare con Marina e Gustavo in un pub molto carino, pieno di giovani. Li salutiamo che è ancora prestissimo.
Arriviamo in aeroporto con tutti i bagagli e con largo anticipo; poco importa. Decido di leggere un libro, contemplare i numerosi negozi e rilassarmi in attesa del volo.
Decolliamo da Salvador che ci saluta tutta illuminata, in piena notte.
Rio de Janeiro, invece, ci dà il benvenuto con una meravigliosa alba: è il 15 settembre.
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Alla prossima!