Ho aspettato forse troppo a leggere questo romanzo, ma ora posso dire ne sia valsa la pena. Castelli di rabbia ti resta dentro, anche se non sempre riesci a spiegarne il perché.
Leggete la mia nuova recensione.
“Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.”
Informazioni editoriali
Titolo: Castelli di rabbia
Autore: Alessandro Baricco
Pagine: 244
Prezzo cartaceo: 7,80 euro (BUR La Scala Editore)
Prezzo ebook: 7,99 euro
Trama
Castelli di rabbia è ambientato a Quinnipak, cittadina immaginaria dell’Ottocento europeo, una sorta di microcosmo sospeso nel tempo e nello spazio, in cui le leggi della logica sembrano piegarsi alla forza del sogno e dell’immaginazione.
La narrazione è corale e si snoda attraverso le vite di personaggi eccentrici e fuori dagli schemi, ognuno con il proprio mondo interiore e la propria ossessione.
Mr. Rail, costruttore di ferrovie visionario, sogna di collegare il mondo con i suoi binari, anche quando la realtà sembra non dargli ragione.
Pekisch è invece inventore di strumenti musicali straordinari e bizzarri, in perenne bilico tra la genialità e il fallimento.
Jun, giovane donna misteriosa e sfuggente, incarna il desiderio e l’irraggiungibile.
La voce del narratore non è invece mai davvero definita e accompagna il lettore in un labirinto di storie parallele, digressioni poetiche e immagini surreali.
Baricco costruisce una struttura narrativa frammentata, non lineare, dove tempo e spazio sono concetti flessibili.
La realtà si mescola al sogno, la logica tramuta in assurdo e i personaggi si muovono in un’atmosfera quasi onirica, sempre sospinti da una profonda nostalgia per ciò che è irrealizzabile ma necessario.
Castelli di rabbia non racconta una singola storia, ma molte storie che si intrecciano, si sfiorano e si rincorrono. Non c’è un vero inizio né una vera fine, ma un susseguirsi di immagini e riflessioni che lasciano il lettore incantato e spaesato, come dopo un sogno lungo e complesso.
Cosa ne penso
Castelli di rabbia è uno di quei libri che ti mettono alla prova. È affascinante ma richiede attenzione e pazienza e, per questo, merita di essere letto più di una volta.
Non è un romanzo che si lascia capire facilmente e, se lo si affronta con leggerezza, rischia di sfuggire completamente.
Lo stile di Baricco è inconfondibile: raffinato, ricco di immagini, ma anche volutamente caotico.
L’assenza di punteggiatura in alcune frasi mi ha fatta impazzire più di una volta. Ho dovuto rileggere certi passaggi più volte, con un misto di frustrazione e stupore. Eppure, col tempo, ho capito che è proprio questa sua scelta stilistica a rendere il testo così unico: spezza i ritmi, ti costringe a fermarti, a respirare la pagina, a viverla.
È un libro che va letto e riletto. Solo così se ne può cogliere il senso, o almeno un’interpretazione personale.
Castelli di rabbia non è un testo che offre risposte chiare. E’ un invito a cercare, a perdersi tra le righe, a costruire gradualmente un significato proprio.
Ogni rilettura porta a galla qualcosa di nuovo: un dettaglio sfuggito, una sfumatura emotiva, un legame inaspettato tra le parti.

Avete trovato l’articolo interessante? Se vi va condividetelo sui social, lasciate un commento ed iniziate a seguirmi.
Alla prossima!
E’ primavera inoltrata. Avete iniziato a fare giardinaggio? Leggete qualche consiglio qui sotto!