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Rocchetta Mattei: una domenica sull’appennino bolognese

Rocchetta Mattei a Bologna? Questo è il primo articolo che racconta la mia città, o meglio i suoi dintorni!

Onestamente mi meraviglio di come possa aver trascurato Bologna per tutto questo tempo, scrivendo di altri luoghi stupendi, anche lontani da qui. Quando si nasce e vive in un luogo, spesso non ci si rende conto della bellezza che lo caratterizza.

In effetti a molti di noi sembra che più lontani da casa si decida di andare più si riesca a staccare la spina per accantonare la routine e godere a pieno la vacanza o gita fuori porta. 

Molte volte guardo il “giardino del vicino” che appare sempre più bello e mi ci butto a capofitto, senza pensare che anche il mio potrebbe essere all’altezza, se non migliore.

Capita anche a voi? Spero di non essere l’unica!

Credo che questo ultimo anno di lockdown abbia fortunatamente cambiato la visione di molti.

Le regole imposte hanno limitato molto i nostri spostamenti e di conseguenza abbiamo imparato ad apprezzare maggiorente il turismo a “chilometro zero”, dando la possibilità a tanti luoghi finora poco conosciuti di essere finalmente valorizzati come meritano.

L’appennino bolognese fra natura e piccoli borghi

L’Appennino bolognese è la porzione di Appennino tosco-emiliano che domina la provincia di Bologna. Sono solita soprannominare le sue cime “mie montagne”, nulla di paragonabile alle Dolomiti o chissà cosa, ma intravvederle quando percorro la tangenziale mi fa sempre sentire a casa.

Percorrendo le strade principali in auto ci si imbatte in un susseguirsi di borghi, luoghi storici (il territorio era solcato dalla Linea Gotica durante la Seconda Guerra Mondiale), panorami e imbocchi di sentieri CAI a dismisura salendo a circa duemila metri di quota fino a raggiungere il Corno alle Scale, vetta più alta. 

Il tardo periodo primaverile è ideale per scegliere una delle suddette mete: salite sul vostro bolide, auto o moto che sia, imboccate la strada statale Porrettana all’altezza di Casalecchio di Reno (in alternativa percorrete un tratto di Autostrada del Sole da Bologna uscendo a Sasso Marconi e proseguite poi per la statale) ed in circa un’ora di tragitto raggiungerete la località di Riola, nel comune di Vergato.

Chiesa di Santa Maria Assunta

Prendetevi una pausa prima di proseguire ed entrate nella chiesa di Santa Maria Assunta: questa è un esempio eclatante di architettura sacra alla cui realizzazione parteciparono, oltre alla Curia, lo Stato e gli enti locali, anche tutti i cittadini del borgo a partire dal 1976 quando il cardinale bolognese Giacomo Lercaro posò la prima pietra fino a sua ultimazione due anni dopo, nel 1978.

Il progetto della struttura è tutto merito dell’architetto finlandese Alvar Aalto che concepisce un’architettura tanto innovativa quanto semplice e pulita al fine di concentrare il fedele sulla liturgia piuttosto che sugli elementi decorativi. 

Entrando in chiesa si viene subito investiti da un fascio di luce potente che entra dalle moderne vetrate sul soffitto e si respira un’atmosfera semplice, pulita e quasi naturalistica: gli alti archi rimandano infatti alle cime delle montagne circostanti e le loro linee sinuose a quelle del verde paesaggio finlandese. 

Chi era Cesare Mattei

Riprendete il controllo del vostro mezzo e percorrete in lieve salita l’ultimo chilometro scarso che vi separa dalla protagonista di questo articolo: la Rocchetta Mattei.

Un piccolo castello arroccato vi sovrasta appena girate l’angolo sulla strada principale: un castello molto “sui generis”, non in tipico stile medievale come magari ci si aspetta. Qualcosa lo rimanda particolarmente all’Alhambra andalusa. Una struttura arabeggiante nascosta sull’Appennino tosco-emiliano? Ebbene sì. 

Ma piuttosto, perché questo luogo si chiama proprio Rocchetta Mattei? Tutto ha origine dal genio del suo costruttore, da cui il castello ha preso il nome.

Cesare Mattei nasce a Bologna nel 1809 da famiglia borghese. Nel 1837 contribuisce alla fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna e si circonda di personaggi illustri, ricevendo poi il titolo di conte da Papa Pio IX.

Per conoscere altre curiosità sul conte cliccate qui.

L’episodio della morte della madre turba il Conte in modo particolare, tanto da farlo entrare in conflitto con la medicina dell’epoca sostenendo sia arcaica. Ne idea quindi una nuova e alternativa, detta elettromeopatia (per farvi una cultura su questa disciplina, cliccate qui), che si diffonderà in tutta Europa e nel mondo fino alla fine dell’800, elaborando i suoi preparati proprio all’interno della Rocchetta, dove risiederà fino alla sua morte. Nel 1850 egli acquista infatti il terreno su cui sorgono le rovine dell’antica rocca di Savignano per poi iniziare la costruzione della struttura a cui darà il suo nome.

Rocchetta Mattei: perla arabeggiante nel verde dell’appennino

Alzate lo sguardo e ammirate la bellezza: sembra salutarvi dall’alto e darvi il benvenuto una struttura stranissima, arzigogolata nelle sue torri e merletti che si potrebbe pensare essere state costruite da un dominatore arabo o spagnolo. Prima di varcare la cancellata da cui si accede alla biglietteria, l’occhio vi cade sull’insegna di un piccolo hotel con ristorante incastonato nella roccia ed in preda all’abbandono, assalito da erbacce e cespugli. 

Una meraviglia ai vostri occhi

Avanzate e attendete la guida che vi conduce poi all’interno del castello: è come entrare in un mondo fiabesco. Risalite una lunga scalinata, già all’interno delle mura, fino a giungere nel cortile principale della rocchetta, in stile moresco. Da lì, uno strano portale conduce all’ambulatorio di Cesare Mattei: strano sì, perché l’entrata è sormontata da un gigantesco camino. Osservate voi stessi la foto. 

Si viene gradualmente coinvolti nel racconto della guida che, con il suo pathos, riesce a farci ripiombare direttamente nell’800 e sembra quasi di intravvedere il conte Mattei passeggiare assieme ai suoi pazienti che ai tempi venivano ospitati proprio alla rocchetta per sottoporsi alle sedute di elettromeopatia. Si procede di stanza in stanza all’interno del castello. Vetrate colorate, mosaici, giardino pensile in stile liberty e viste sui prati circostanti creano un’atmosfera quasi surreale.

La guida racconta che di notte il castello è abitato da una piccola civetta, una volpe e una gatta con i cuccioli che durante il giorno si intrufolano chissà dove, sorrido: la natura sa sempre stupire.

Il castello rimane cantiere aperto per tutta la vita del conte. 

Durante i lavori e le varie ristrutturazioni, Mattei è sempre presente e risiede nella rocca; partecipa attivamente alla progettazione di strani ambienti interni, gli piace creare illusioni ottiche che colpiscano chiunque faccia visita lì dentro.

Lo vedete quell’ultimo ordine di archi lassù? Vi aspetterete possano essere costruiti con cemento o mattoni. Vi sbagliate: è un disegno, incredibile ma vero.

rocchetta mattei

La Rocchetta è un connubio di stili e colori: i materiali di costruzione provengono dai territori circostanti e dal resto d’Europa: queste piastrelle colorate sono di origine spagnola.

Il pezzo forte che mi lascia senza fiato è invece questo jukebox di altri tempi: Mattei esalta fortemente la musicoterapia e, durante le giornate, la rocchetta è un tripudio di suoni e musiche rilassanti.

giradischi

Ma si sa, nulla è destinato a durare in eterno.

Dopo aver vissuto il pieno del suo splendore, Rocchetta Mattei trascorre tempi bui dopo la morte del suo costruttore, vedendosi cedere al suo figlio adottivo Mario Venturoli Mattei, e così via di mano in mano, di privato in privato, fino a cadere in rovina.

Nel 2005, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna (Carisbo) acquista il Castello ed avvia un progetto di riqualificazione del luogo, riportandolo allo splendore originario per almeno due terzi del suo totale.

Prenotare una visita

L’accesso al castello è possibile solo tramite prenotazione: qui il link del sito dove potrete scegliere il giorno della visita e la fascia oraria.

Dove mangiare nei dintorni

Si sa, Bologna è conosciuta in tutta Italia per tre qualità: Lei (e non a caso è maiuscolo) è dotta, rossa e grassa. E’ impossibile mangiare male a Bologna e dintorni e, più ci si allontana dal centro città, più è ampia la scelta di ristoranti e trattorie tipiche.

Posso consigliarvi di mangiare un piatto di tortelloni burro e salvia fatti a mano Nel Castagneto, a pochi chilometri da Rocchetta Mattei, nel comune di Grizzana Morandi. La cucina è tipica e la proprietaria ama fare tante chiacchiere con gli ospiti: conduzione familiare al top e massima accoglienza sono assicurate!

E voi? Cosa avete scoperto nei vostri dintorni? Fatemelo sapere nei commenti!

Desiderate passeggiare ancora sull’appennino? Leggete qui sotto!

Avete trovato l’articolo interessante? Se vi va lasciate un commento, condividetelo sui social e iniziate a seguirmi! 

Alla prossima!

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Laura Bovi
Ho deciso di battezzare il mio piccolo mondo digitale con una combo dei soprannomi 
più simpatici attribuiti alla sottoscritta: uno richiama il nome, l’altro il cognome.
Ecco
chi sono: Laubibs. 
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5 risposte

  1. Se non sbaglio, è la rocca di cui aveva parlato Philippe Davero in un suo programma, documentandone la magnificenza e il degrado. Mi fa piacere vedere che sia tornata allo splendore originario e che sia visitabile 🙂

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