Napoli e la street art dei Quartieri Spagnoli

quartieri spagnoli

Molti non se li fumano proprio, altri conoscono Napoli solo grazie a loro.
C’è chi pensa che il capoluogo partenopeo sia costituito solo dai Quartieri Spagnoli, chi invece teme di visitarli. Qualcuno ci fa un giro e si promette di non tornarci mai più.
Secondo voi cosa ne penso io?
Dopo anni di sali e scendi, posso affermare di essermene innamorata a tal punto da farci un salto ogni volta che mi trovo in città. Un giro al mercato della Pignasecca, un “cuoppo” di frittura di pesce alla pescheria Azzurra, una iniezione di folklore o un bel pranzo per i vicoli sono tutti buoni pretesti per poterli visitare.
L’ultima volta non è stata meno emozionante: Alessandra ci ha raccontato la sua Napoli e la Street Art dei Quartieri Spagnoli, conducendoci su e giù per i vicoli e rivelandoci storie, aneddoti e qualche pettegolezzo su santi e calciatori.
In questo articolo proverò a rendervi partecipi di ciò che si respira laggiù, sperando vi venga voglia, prima o poi, di conoscere il pittoresco quartiere.

I Quartieri Spagnoli: un po’ di storia

Ci facciamo strada tra la folla di Via Toledo in un caldo sabato pomeriggio.
Reduci da una scorpacciata di “fritturine”, Giuditta, Giulia, Libera e io ci godiamo, come se non bastasse, un bel fiocco di neve, fiore all’occhiello della pasticceria Poppella. Addentando il piccolo fagottino farcito di crema di latte, ritorno con la mente a ricordi e sapori d’infanzia.
Quasi rimuoviamo di trovarci in pieno caos, precisamente nei pressi della stazione metro Toledo. Pensate un po’: il quotidiano britannico The Daily Telegraph la considera la più bella stazione metropolitana d’Europa e del mondo! Non perdetevela, se siete nei paraggi.
La nostra guida Alessandra ci attende proprio lì all’orario stabilito.
Siamo pronte per inoltrarci nei Quartieri Spagnoli.

Quest’area urbana parecchio estesa, da Castel Sant’Elmo fino a scendere in Via Toledo, sorse nel ‘500 per volere del viceré Don Pedro de Toledo che volle stanziare in zona i militari spagnoli al fine di reprimere eventuali insurrezioni del popolo napoletano.
I Quartieri erano allo stesso tempo alloggio per i soldati di passaggio a Napoli e residenza di molte famiglie che dalla periferia si trasferivano in città alla ricerca di una vita migliore.
Col passare del tempo, l’area dei Quartieri densamente popolata vide svilupparsi in essa un alto tasso di criminalità portandola, negli anni, a caricarsi di grosse difficoltà sociali fino ai giorni nostri.
A partire dal ‘700, però, alla militarizzazione dei Quartieri subentrò un aumento progressivo del numero di attività imprenditoriali. L’unità d’Italia portò infine alla proletarizzazione dell’area.

Perdersi nei vicoli

Ritengo che i Quartieri Spagnoli siano, assieme al quartiere Sanità, il cuore pulsante di Napoli. Senza se e senza ma.
L’atmosfera che vivo ogni volta che ci faccio due passi non è descrivibile a parole e mi proietta in un’altra realtà.
Quando mi inoltro nei vicoli mi capita spesso di chiudere gli occhi, in prossimità di un angolo. A quel punto inizio ad ascoltare: rombi di motorini, vociare, urla di bambini che giocano col pallone facendolo rimbalzare ovunque, abbaiare di cani, schiamazzi dai balconi, televisori al massimo volume.
Apro gli occhi e mi guardo attorno. Due gatti attendono ansiosi la caduta di qualche leccornia dalla finestra. Mi imbatto pure in una voliera di colombi addestrati!
Attivo poi l’olfatto: odore di ragù e cipolla, profumo di fiori, odore di persone che passano e ti sfiorano. Questo posto è un circo per i cinque sensi!!!

I murales

I Quartieri Spagnoli sono, da diverso tempo, protagonisti di una vera e propria riqualificazione culturale. A ciò ha contribuito, nel corso degli anni, l’intervento di numerosi artisti che si sono messi a disposizione di questa iniziativa lasciando testimonianza del loro passaggio su una porta, un muro, una finestra, un segnale stradale o nell’androne di un palazzo.
Alessandra ci ha presentato così alcuni murales.

Ipazia, care of knowledge

Percorriamo in salita la prima traversa allontanandoci da Via Toledo e ci troviamo sovrastate dalla prima opera. L’artista Mp5 ha realizzato l’enorme murale dedicato all’astronoma e filosofa di Alessandria d’Egitto, Ipazia, trucidata nel quinto secolo da una folla di cristiani in disaccordo con le sue teorie scientifiche.
L’opera è realizzata, non a caso, sulla facciata di un edificio che da sempre si dedica alla realizzazione di iniziative volte a tutelare i diritti delle donne.
Pensate che, durante la realizzazione del murale, una signora si affacciò dal suo balcone per offrire un caffè fumante ad Mp5 arrampicata sul cestello. Che Napoli sarebbe senza caffè?

La Tarantina

Facciamo pochi passi e ci imbattiamo nel murale che forse mi è rimasto più nel cuore, realizzato da Vittorio Valiante. Dedicato alla bella Tarantina, ritrae una donna anziana. Sul suo volto, pur vissuto e solcato da rughe, spiccano gli occhi ancora vivaci e schietti di quello che è l’ultimo femminiello vivente a Napoli.
Transgender di origine pugliese, Carmelo Cosma si innamorò di Napoli grazie ad un marinaio che gliela decantò. Si trasferì in città che era ancora ragazzino, ripudiato dalla sua famiglia d’origine perché “diverso”.
Trascorse così la sua vita fra Roma e Napoli, circondato da persone di spicco dell’alta società, artisti e personaggi dello spettacolo.
Questo personaggio è simbolo della lotta partenopea ai pregiudizi e dell’accoglienza ed accettazione delle diversità.

Napoli

Napoli è grandiosa e fragile al tempo stesso. Lo stencil all’uscita della stazione metro di Piazzetta Montecalvario vuole trasmettere proprio questo concetto: le lettere che compongono la parola sono tutte “sgarrupate”, come affermerebbe un napoletano DOC.
Realizzata dai due artisti Zeal Off e They Lived, l’opera è un omaggio all’artista John McConnel che 35 anni fa riprodusse la stessa scritta su un poster diffuso poi in tutta la città.
Alle spalle dello stencil si erge la Chiesa di Montecalvario: nel convento annesso, nel ‘600, i frati Francescani coltivavano e lavoravano tanti tipi di erbe.

‘O pallone miez ‘e machine

Realizzato da Francesca Avolio e Michele Quercia ad un anno dalla morte dell’artista Luciano de Crescenzo, il murale rende omaggio alla “napoletanità” dello scrittore.
Il suo volto sembra essere compiaciuto dalla divertente scenetta che si sviluppa lì accanto. Un gruppo di ragazzini è intento a recuperare un pallone (vero!) incastrato fra un’edicola religiosa e la tettoia che la protegge dalle intemperie con l’aiuto di una scopa (vera!). Tutti i Quartieri Spagnoli pullulano di edicole, grandi o piccole, la cui manutenzione è effettuata da chi abita la zona. Un tempo venivano realizzate per contribuire ad un incremento dell’illuminazione stradale scoraggiando malviventi e rapinatori che non potevano perciò agire nel buio.
Appoggiata al muro, un’asse da stiro.
Napoli è così: verace e un pò stramba.

‘E scugnizz de’ quartier

Ci troviamo ora in Largo Baracche, dove Mario Casti Farina celebra la grandezza di due “scugnizzi” napoletani famosi nel mondo, Bud Spencer e Sophia Loren, ritraendoli in questo colorato murales.

Vico Toto’

Via Portacarrese a Montecalvario è stata ribattezzata Vico Totò: indovinate un pò perchè?
Antonio de Curtis, in arte Totò, è ritratto ovunque in diverse caricature e assieme alle sue più famose citazioni.
Ogni volta che osservo il suo volto mi viene inspiegabilmente da sorridere! Sarà forse questo il motivo per cui veniva soprannominato Principe della risata?

Maradona e Iside

In via Emanuele de Deo, precisamente al civico 60, assisterete ad una magia.
Sulla facciata di un palazzo di diversi piani sovrasta lo slargo sottostante una gigantesca riproduzione del “pibe de oro” Diego Armando Maradona. Realizzato dal giovane Mario Filardi nel 1990 in seguito alla vittoria del Napoli del secondo scudetto, il murale fu restaurato da Salvatore Iodice nel 2016. Osservate bene: il volto di Maradona è realizzato sulle imposte di una finestra. Pensate che la signora che abita l’appartamento ha addirittura accettato di non aprirla mai!
Ci avviciniamo ad una enorme vetrina che custodisce maglie, fotografie e mezzi busti del grande calciatore. Tutt’intorno musica e sventolare di sciarpe e bandierine. Pensate che sono nata il suo stesso giorno: non vi dico la reazione dei napoletani quando ne parlo!

Sulla facciata del palazzo a fianco osserviamo un altro capolavoro che nasconde un piccolo grande segreto.
Iside, opera del non a caso artista argentino Francisco Bosoletti, è rappresentata coperta da un velo che fa solo intravvedere le sue forme. Il volto è un gioco di luci e ombre ed i suoi lineamenti risultano confusi.
Alessandra ci svela l’arcano: osservate le foto sottostanti. Se a occhio nudo il viso della donna è poco definito, ponendo fra noi e il ritratto un filtro negativo riusciremo a scorgerne l’originale bellezza. Onestamente c’è da rimanere basiti e l’abilità dell’artista sta proprio nel riuscire in quest’intento!

Omaggio ai grandi artisti

Poteva mancare un omaggio ai grandi artisti napoletani? Proseguendo, ci imbattiamo in Pino Daniele, Massimo Troisi, ancora Totò e Lucio Dalla, bolognese di nascita ma napoletano di adozione.
Vi assicuro che trovarsi circondati da loro e dall’atmosfera calorosa che si respira in quei vicoletti trasmette un inspiegabile senso di pace e calore.

Eleonora Pimentel Fonseca

Sguardo fiero e dolce al tempo stesso: così ci osserva al nostro arrivo Eleonora Pimentel Fonseca, giornalista ed eroina della rivoluzione napoletana del 1799, ritratta dall’artista Leticia Mandragora.
Abbasso lo sguardo: un anziano signore è intento ad aprire scatolette di mangime ad una colonia di gatti improvvisata in mezzo al traffico cittadino.

Altre sorprese

In realtà, i Quartieri Spagnoli sono un tripudio di immagini, colori, strani personaggi e situazioni. A noi è capitato di imbatterci in una frase che ricorda che l’ananas sulla pizza è un abominio, o di fronte alla riproduzione di Palazzo Donn’Anna a Posillipo, o a quella della folla sulla nave Utopia che naufragò nel 1891 o di Higuain gettato in un WC.
I quartieri sono così variopinti da non annoiarsi mai.
Non abbiate paura di visitarli: sono una continua scoperta!

Per sapere di più sulla nostra guida, ormai collega e amica Alessandra, leggete un altro mio articolo cliccando sul pulsante qui sotto


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Alessandra e noi

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Alla prossima!


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Laura Bovi
Ho deciso di battezzare il mio piccolo mondo digitale con una combo dei soprannomi 
più simpatici attribuiti alla sottoscritta: uno richiama il nome, l’altro il cognome.
Ecco
chi sono: Laubibs. 
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2 risposte

  1. Articolo come al solito ben dettagliato,descrizione perfetta in ogni minimo particolare. Un abbraccio forte a te e alle tue amiche ciao

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