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Recensione: Quel che si vede da qui di Mariana Leky

quel che si vede da qui

Cominciato due volte e abbandonato sul comodino.
Mi capita spesso di far fare questa fine ai romanzi più belli.
Intravvedendo lui nella pila di libri di fianco al letto, quest’estate mi sono imposta di iniziarlo e portarlo a termine.
Ne è decisamente valsa la pena!
Ecco per voi una nuova recensione: Quel che si vede da qui di Mariana Leky.

Informazioni editoriali

Titolo: Quel che si vede da qui
Autore: Mariana Leky
Pagine: 329
Prezzo cartaceo: 18,00 euro (Keller editore)
Prezzo ebook: 13 euro circa

Trama

Selma, abitante di una stramba comunità del Westerwald, in Germania, è dotata di uno strano potere: ogni volta che sogna un okapi, animale somigliante un po’ a una giraffa e un po’ a una zebra, qualcuno muore entro ventiquattro ore.

Luise, che si innamorerà addirittura di un monaco buddista, è sua nipote nonché voce narrante.
Ha un amico del cuore, Martin, sempre bersagliato dalla violenza del padre Palm.
I due crescono insieme durante l’infanzia e sono come fratelli.

Il papà di Luise, figlio di Selma, è un giramondo e ha la testa fra le nuvole.
Sua moglie è costantemente indecisa se lasciarlo o meno.

Selma è inoltre circondata da amici, personaggi bizzarri, che non potrebbero mai fare a meno di lei e della sua saggezza, e lei ha sempre bisogno di loro.
Fra questi, sua cognata Elsbeth ama fare tante chiacchiere, la scontrosa Marlies è sempre sul punto di voler farla finita e l’Ottico del paese è da sempre innamorato di Selma, rimasta vedova da anni.

La tranquillità del sobborgo è improvvisamente turbata da un nuovo sogno della saggia donna: chi ne è protagonista? Ovviamente un okapi.

Chi morirà? Ogni abitante teme di essere il malcapitato e intanto il tempo scorre lento.

quel che si vede da qui libro

Cosa ne penso

Mariana Leky descrive una comunità affiatata ed altruista.

I personaggi rimangono nel cuore ed hanno personalità molto variegate.
Selma è tanto forte, saggia ed empatica, mentre Elsbeth è sempre entusiasta della vita.
L’Ottico (non viene mai chiamato col nome proprio, non a caso la O è maiuscola) è perseverante nei suoi sentimenti e molto amorevole nei confronti di tutti.
Palm è un finto duro: sfoga le sue frustrazioni sul figlio e nell’alcol.
Il papà di Luise ha sempre smania di trovare il suo posto nel mondo viaggiando di continuo. Sembra desiderare far ritorno ogni tanto solo per riabbracciare il suo cane immortale Alaska, accudito da Luise e Selma.

Luise racconta un ventennio di storia della sua gente, prima quando è una bimba curiosa e stupita delle piccole cose dell’infanzia e poi quando da adulta sceglie di non abbandonare questo mondo così piccolo e protettivo.
Sarà l’amore per il giovane monaco buddista Frederik a farle mettere in discussione tutto il suo futuro.

L’atmosfera dei luoghi è fiabesca e il tutto fa pensare che il paesino abitato dai personaggi sia in realtà puramente inventato.
Questo mood aiuta il lettore ad affrontare più lievemente temi pesanti come la morte e l’abbandono.
Qui l’autrice li fa apparire non brutte circostanze, ma momenti facenti parte della vita.

Quel che si vede da qui è per me una fiaba.
Nelle vere fiabe, i buoni non sempre ce la fanno: Mariana Leky ci commuove per la delicatezza con cui accompagna alcuni personaggi fuori scena.
La storia è però al tempo stesso molto vera e rassicurante: il sistema di relazioni tra i personaggi diventa infatti una vera e propria rete di supporto, come nelle vere comunità.
Tutti nel Westerwald hanno qualcosa di prezioso da donare a chi è in grado di ascoltare senza pregiudizi e aprirsi all’umanità.

Leggete Quel che si vede da qui se amate entrare nella psicologia dei personaggi, se nella vita non applicate etichette a persone o cose, se non vi importa che la narrazione segua necessariamente un filo logico dello sviluppo degli eventi, se amate le copertine splendide.

Viceversa, lasciate stare.

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Alla prossima!

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Laura Bovi
Ho deciso di battezzare il mio piccolo mondo digitale con una combo dei soprannomi 
più simpatici attribuiti alla sottoscritta: uno richiama il nome, l’altro il cognome.
Ecco
chi sono: Laubibs. 
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2 risposte

  1. Bella recensione! Grazie per averla condivisa! Quello che ho apprezzato tanto di questo libro è la delicatezza che descrivi e il tono leggero con cui affronta temi che (ahimè) sono sempre presenti sul mio comodino ? Attendo impaziente di leggere altri tuoi consigli di lettura!

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