Uno sguardo veloce all’interno della libreria di mia mamma ed ecco che è saltato all’occhio questo.
Una copertina dai colori tenui: un albero in fiore ed un viale innevato sullo sfondo.
Un’autrice straordinaria di cui leggo fin da quando ero piccola.
Tre personaggi e l’intreccio delle loro vite.
Ecco la mia recensione di Oltre l’inverno di Isabel Allende.
Informazioni editoriali
Titolo: Oltre l’inverno
Autore: Isabel Allende
Pagine: 295
Prezzo cartaceo: 11,40 euro (Mondadori editore)
Prezzo ebook: 7 euro circa
Trama
Brooklyn, New York, pieno inverno.
Nel bel mezzo di una bufera di neve, Richard rincasa dopo una giornata di lavoro. A pochi metri dall’arrivo tampona un’automobile da cui scende Evelyn spaventata e quasi incapace di esprimersi.
Richard cerca di tranquillizzarla porgendole il proprio biglietto da visita per scambiare i reciproci contatti, ma la ragazza afferra il pezzo di carta e si volatilizza.
Inaspettatamente Evelyn si palesa a casa di Richard la sera seguente e, in un inglese che lascia molto a desiderare, cerca di fargli capire di avere un grosso problema da risolvere.
L’uomo non sa come aiutarla ed improvvisamente gli si accende una lampadina: perché non chiedere manforte a Lucia, sua vicina di casa?
Finora il rapporto fra i due è stato particolarmente cordiale e distaccato, ma per quale motivo la donna non dovrebbe venirgli in aiuto?
Lucia e Richard svelano finalmente l’arcano: nel SUV di Evelyn che Richard ha tamponato è nascosto un cadavere e la ragazza non sa come sbarazzarsene.
Inizia da qui un racconto tragicomico in cui le vite dei tre personaggi si intrecciano inesorabilmente fino a nord della Grande Mela, fra boschi e laghi ghiacciati.
Cosa ne penso
Oltre l’inverno di Isabel Allende si incentra sulla personalità dei tre personaggi principali che assieme vivono per caso un’esperienza insolita e quasi ai limiti del reale. In pochissimo tempo si instaura fra loro un legame molto intimo.
Durante i giorni trascorsi insieme prima in città e poi durante un avventuroso viaggio, si aprono l’uno con l’altra condividendo emozioni e ripercorrendo i propri passati, segnati da drammatiche vicende e numerose perdite.
Richard, Lucia ed Evelyn si ritrovano così accomunati dalla volontà di riscatto della loro vita.
Richard è sessantenne e detiene una cattedra all’università di New York. Ha vissuto in passato momenti tanto dolorosi da annegare tutto nell’alcol, nonostante il suo rispettabile ruolo professionale.
E’ fobico, pieno di paure.
L’avventura vissuta in compagnia delle due donne riesce, in qualche modo, a fargli capire che la luce in fondo al tunnel è sempre presente, che spesso l’estremo autocontrollo è distruttivo e che può ancora permettersi di perseguire la felicità.
Lucia è coetanea di Richard.
Ha abbandonato da tempo la propria terra per sfuggire alla dittatura di Pinochet. La sua vita è costellata di sfortunatissimi eventi, fra cui l’insorgenza di un cancro, la perdita del lavoro e la rottura del suo matrimonio. Nonostante ciò è forte, consapevole e determinata a riprendere in mano la sua vita e ritrovare il proprio posto nel mondo.
All’interno del romanzo è il personaggio che più trasmette positività, valori e motivazione.
Lucia è l’alter ego dell’autrice. L’Allende, ha abbandonato il Cile in cui ha vissuto fin dai 3 anni di vita durante il colpo di Stato di Pinochet del 1973 e si rispecchia perciò nel personaggio da lei creato.
Evelyn giunge dal Guatemala clandestinamente e cerca di lasciarsi alle spalle un brutto passato trovando lavoro presso una facoltosa famiglia statunitense in cui si prende cura di un ragazzino disabile.
La sfortuna però sembra perseguitarla: il capo famiglia è un terribile despota coinvolto in traffici illeciti e sottomette sua moglie che trova in Evelyn una confidente.
La ragazza è molto timida e riserva poca fiducia negli altri.
Il suo personaggio rappresenta la chiave di volta di tutto il romanzo.
Attorno ai protagonisti della vicenda ruotano altri personaggi minori lasciati in secondo piano nella narrazione che procede semplice, scorrevole e mai pesante.
L’ambientazione vede una Brooklyn dei giorni nostri, fredda e innevata, a fare da sfondo alla vicenda.
Non a caso è stato scelto uno dei più densamente abitati e multietnici quartieri di New York, in cui risiede chi proviene da chissà dove e insegue il sogno americano.
Ciò è strettamente collegato al passato vissuto dalle due donne e alla loro provenienza geografica.
Apprezzo molto la scelta dell’autrice di trattare alcuni temi molto delicati: l’immigrazione, la delinquenza, l’alcolismo, la depressione, la dittatura cilena, la violenza sulle donne, la disabilità e i postumi che tutto ciò lascia sulle persone.
Nonostante quanto appena affermato, trovo che la storia di fondo del romanzo sia debole ed il suo finale scontato.
Già dalle prime pagine si può immaginare facilmente come terminerà il libro e ciò lascia il lettore poco coinvolto.
Fra tutti i libri di Isabel Allende letti finora, Oltre l’inverno mi è rimasto poco nel cuore.
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Alla prossima!
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