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Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna

certosa bologna

Bologna è una città allegra, paciosa, ridente.
Fin da piccola immagino Bologna come una signora anziana ma super vitale. E’ bassa, un po’ tozza e cicciottella. Indossa gli occhiali, ed ha l’aria gioviale, proprio uno strano paragone!
Nonostante il calore emanato costantemente dalla mia città, quest’ultima ospita diversi luoghi misteriosi, esoterici e anche un po’ inquietanti. Se li visiterete, vi faranno dimenticare per un attimo l’immagine della signora di cui sopra.
Il cimitero monumentale della Certosa di Bologna è fra i più estesi d’Europa e tra quelli di maggior pregio artistico sul territorio italiano. E’ un luogo di arte, silenzio, pace ma anche tanto mistero.
Ve lo racconto in queste righe.

Un po’ di storia

Il cimitero monumentale della Certosa di Bologna si trova appena fuori le mura del centro cittadino, al di sotto del Colle della Guardia su cui sorge il Santuario della Madonna di San Luca.

La chiesa trecentesca di San Girolamo, in cui oggi si svolgono numerose cerimonie funebri, è testimonianza delle antichissime origini del cimitero, che vide il suo più grande ampliamento dal 1801 in poi.
In quell’anno, infatti, le truppe napoleoniche conquistarono Bologna e a seguire il famoso generale definì la Certosa unico cimitero cittadino emanando l’Editto di Saint Cloud che obbligava a seppellire le salme esclusivamente fuori dal centro abitato, per questioni igieniche.

Nel corso degli anni fu compiuto nel cimitero un vero e proprio progetto urbanistico ed architettonico: logge, chiostri, enormi sale, vestiboli, gallerie e piccoli e grandi giardini fanno letteralmente smarrire il visitatore.

A partire dal 1999, il cimitero della Certosa di Bologna è nominato museo: esso conserva ad oggi la più vasta raccolta di opere neoclassiche di tutta Italia (circa 6000 manufatti per mano di oltre 200 artisti).

Dal 2021, il portico adiacente alla Certosa, che si unisce a quello che conduce a San Luca, è patrimonio Unesco assieme ad altri 11 portici bolognesi.

La mia passeggiata nella Certosa

L’arrivo al Ghisello

E’ un sabato mattina tipicamente primaverile.

In molti lavorano.
Diverse famiglie sono invece in giro per una bella passeggiata mattutina al sole.
Il mercato è operativo già da un pezzo, i bar su Via Irnerio esibiscono i primi tavolini esterni della stagione.

Mi trovo sul bus n.14 e percorro tutto il centro storico bolognese fino a Porta Sant’Isaia, per poi proseguire fuori le mura e risalire Via Andrea Costa, verso lo stadio.

Le botteghe hanno già alzato le serrande e qualcuno si allena in strada facendo jogging.

Scendo alla fermata “Certosa” e raggiungo a piedi l’ingresso del Ghisello.

Una volta varcata la cancellata, vengo subito inghiottita dal silenzio assordante del Campo 1948.
I cipressi alti e imponenti accompagnano il mio calpestio lungo lo stradino sterrato.

Dirigo lo sguardo avanti ed i miei occhi si perdono in uno spazio sterminato ed ordinato di piccole lapidi, sui muri e per terra. Non ne vedo la fine.

Coppie, amiche anziane in gruppo e solitari come me si sparpagliano nel prato: chi guarda un basso, chi più in alto. Chi posa un fiore e chi fa un semplice cenno di “saluto” al proprio caro.

Verso la Chiesa di San Girolamo e il Chiostro III

Avanzo con calma verso il Chiostro III, fulcro della Certosa, ma prima faccio una sosta alla Chiesa di San Girolamo. E’ purtroppo in corso una funzione religiosa e decido di non visitarla al suo interno.
Entrata nel Chiostro III ammiro però la sua facciata esterna.

L’attuale planimetria dell’edificio religioso è il risultato dei suoi numerosi ampliamenti effettuati nel ‘500.
La facciata è in stile medievale e coperta da mattoni a vista, affiancata dal piccolo campanile del ‘300.
Su di essa si aprono grosse finestre circolari. Risulta parzialmente nascosta dal loggiato.

Mi trovo ora nel Chiostro III, cuore pulsante della Certosa.
Qui i monaci certosini conducevano un tempo la loro vita monacale.
Il chiostro ospitò per primo le tombe del nuovo cimitero pubblico a partire dal 1801.
Mi guardo attorno e scorgo tanti veri e propri monumenti, la cui realizzazione fu affidata ad importanti artisti, decoratori e figuristi.
Marmo, gesso e scagliola: tutto ciò riconduce all’epoca neoclassica.

L’area monumentale

Proseguo lungo chiostri e loggiati: ammetto di avere un po’ di angoscia. La giornata è splendida ma sono sola nel silenzio totale; solo il rumore del miei passi echeggia fra statue che sembrano abbracciarmi tanto sono imponenti.

Mi soffermo di tanto in tanto a leggere qualche epitaffio e faccio caso a date risalenti all’800: è un vero e proprio tuffo nel passato.

Mano a mano che procedo, l’atmosfera si fa sempre più austera.
Mi inoltro nell’area monumentale della Certosa che accoglie tantissimi personaggi famosi: il generale polacco Grabinski, lo statista Marco Minghetti, il pittore Giorgio Morandi, il dirigente sportivo Renato Dall’Ara, l’attrice Piera Degli Esposti ma anche imprenditori e numerosi industriali.
Mi imbatto nella tomba dell’editore Nicola Zanichelli e ne ammiro gli ornamenti.

Molte tombe monumentali dell’800 conservano diversi simboli esoterici o massonici: durante quest’epoca, i simboli classici ed orientali (l’alfa e l’omega, il cane, la conchiglia, il caduceo e altri) venivano infatti letti in chiave moderna e quindi rinascimentale e neoclassica.

Se avete tempo di cercarli, i personaggi ospitati qui sono veramente tanti ed anche insoliti: pensate ad Anna Bonazinga D’Amico, la chiaroveggente bolognese più famosa del XIX secolo!

Il monumento ossario ai caduti partigiani

Prima di concludere la mia passeggiata e fare visita a due persone per me “speciali”, faccio una sosta al monumento ai caduti partigiani.

Esso fu realizzato nel 1959 per volere del sindaco di Bologna Giuseppe Dozza (anche lui riposa qui).
L’opera è costituita interamente da cemento ed acciaio e presenta una parte sotterranea a cui si accede attraverso due scale. Lungo il suo muro sono posizionati ben 500 loculi contenenti i nomi dei partigiani.
Osservo la struttura e di lei mi colpiscono la maestosità e freddezza uniche.

Due persone un po’ speciali

Non posso uscire da questo luogo senza aver “salutato” Lucio e Giosuè Carducci, a me molto cari, che riposano uno accanto all’altro.
L’emozione provata è indescrivibile.

Il molti mi chiedono cosa si possa provare a passeggiare in un posto così angusto.
Onestamente non so raccontarvelo, però posso consigliarvi di visitarlo: non credo ve ne pentirete.

Come raggiungere la Certosa di Bologna

Dal centro città, prendete il bus n.14 e scendete alla fermata “Certosa”.

Ingressi della Certosa

Potete accedere alla Certosa gratuitamente attraverso 4 entrate:

  • Entrata principale, su Viale Gandhi;
  • Entrata monumentale, su Via della Certosa;
  • Entrata Ghisello, su Via della Barca;
  • Entrata del Cimitero Ebraico, su Viale Gandhi.

Cliccate sul pulsante qui sotto: scoprirete i segreti di uno dei miei posti bolognesi preferiti!

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Alla prossima!

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Laura Bovi
Ho deciso di battezzare il mio piccolo mondo digitale con una combo dei soprannomi 
più simpatici attribuiti alla sottoscritta: uno richiama il nome, l’altro il cognome.
Ecco
chi sono: Laubibs. 
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