Recensione: Il petalo cremisi e il bianco

il petalo cremisi e il bianco

Questo romanzo mi ha quasi sfinita, ma in senso positivo o negativo? Leggete qui sotto una mia nuova recensione: Il petalo cremisi e il bianco.

il petalo cremisi e il bianco

Informazioni editoriali

Titolo: Il petalo cremisi e il bianco
Autore: Michel Faber
Pagine: 981
Prezzo cartaceo: 17,10 euro (Einaudi Edizioni)
Prezzo ebook: 6,99 euro

Trama

Londra, 1895.
William Rackham è destinato ad ereditare le redini della fiorente azienda profumiera di suo padre dopo che il fratello Henry ha rinunciato a tutta la ricchezza scegliendo la vita ecclesiastica.

William, apparentemente molto fortunato, non ha però nessuna voglia di diventare imprenditore e preferisce fare altro nella vita: si dà alla letteratura, all’arte, all’ozio e alla frequentazione quasi compulsiva dei bordelli della Londra più malfamata assieme a cari amici. D’altronde, come lo si potrebbe biasimare, vista la sua condizione familiare?
Sua moglie Agnes rifiuta qualsiasi approccio sessuale e passa le sue giornate deliranti chiusa in camera nel terrore di morire di ciclo mestruale e sottoponendosi a continue visite ginecologiche da parte del medico di famiglia.

A scuotere le monotone giornate di William è l’incontro con Sugar, raffinata prostituta diciannovenne.
Lei non è come tutte le altre: apparentemente cagionevole di salute per il suo corpo esile e la sua fragile pelle screpolata, risulta invece estremamente disinibita. Nel suo ambiente è infatti nota per acconsentire a qualsiasi pratica le venga proposta e al contempo per essere molto acculturata.

William si invaghisce di lei e stila un contratto con la maitresse per cui Sugar lavora per far sì che la fanciulla venga riservata solo a sé ma ben presto anche questa esclusiva inizia a non bastargli più.
Il rampollo di casa Rackham decidi quindi di “adottarla” e condurla a casa sua, ma come? Ebbene, Sugar diventerà l’istitutrice della figlioletta di William e Agnes.

Non procedo oltre perché rischierei di raccontavi troppo. Senza svelarvi il finale, di seguito darò una mia visione dell’intero romanzo.

Cosa ne penso

Quando inizio a leggere romanzi molto lunghi come questo, subito sento necessario raccogliere tutte le forze per reggere il contrasto fra le pagine lette e tutte quelle che rimangono.

Non sono solita abbandonare libri senza terminarli ma con Il petalo cremisi e il bianco ho desistito ben due volte.
Ormai più di 6 mesi fa mi sono fatta coraggio e mi sono imposta di ricominciarlo e portarlo a termine e ce l’ho fatta!

Ma la domanda è: ne è valsa la pena? Adesso vi rispondo.

Uno stile unico

Il petalo cremisi e il bianco è un capolavoro tradotto in ventidue paesi. E’ costato all’autore ben 20 anni di ricerche e 10 di scrittura. Considerando questi dati non ho potuto fare altro che apprezzare un’opera molto originale.

Lo stile è caratterizzato da un pizzico di cinica ironia che non sminuisce i sentimenti dei protagonisti ma che coinvolge ancor di più il lettore nelle loro disavventure.

L’inizio del romanzo è col botto.
Ci troviamo calati in una cupa Londra vittoriana dei vicoli bui, della prostituzione e del bel mondo attratto dallo squallore dei quartieri malfamati.
Il narratore si rivolge direttamente a noi lettori guidandoci passo dopo passo nelle viscere della città, arricchendo la narrazione con particolari accurati e studiati per riprodurre tutto nei minimi dettagli.
La voce narrante ci trascina nei quartieri sporchi e poveri, facendoci schivare lì una pozzanghera e lì un ubriaco accasciato a terra. Sarà il narratore a presentarci le persone giuste e ad introdurci negli ambienti più interessanti, fino a farci conoscere i protagonisti della storia.
Trovo molto d’impatto questa tecnica che è la stessa utilizzata a fine romanzo per congedarsi da noi lettori.
Grazie a questo espediente stilistico, chi legge è costantemente dietro la spalla di Sugar, protagonista del racconto, poi trotterella trafelato dietro ad un altro personaggio, per poi abbandonarlo all’improvviso e mettersi a seguire qualcun altro.

Per tutta la vicenda si è perciò accompagnati attraverso un’atmosfera quasi magica che unisce parole, atteggiamenti e sguardi smaliziati all’opulenza di colori e dettagli di un’ambientazione tipica del XIX secolo.

I personaggi

Sugar

Veniamo al personaggio principale del romanzo: Sugar ha 19 anni ed è di un’intelligenza quasi fuori dal comune.
Ama l’arte e la letteratura: lotta a tutti i costi per migliorare la propria condizione sociale. Il romanzo infatti è un capolavoro che fa conoscere al lettore l’Inghilterra di quel periodo senza apparire moralista ma con un’impronta di fatalismo che permette alla giovane donna di tirare avanti ed emergere dai bassifondi un giorno dopo l’altro.
Per certi versi quello di Sugar può ricalcare le orme di altri personaggi femminili dell’epoca vittoriana, quasi vere e proprie eroine.
Sugar però, dal momento in cui veste il ruolo di istitutrice in casa Rackham, sembra diventare sempre più insicura e fragile fino a prendere una decisione drastica al termine del romanzo (che non vi svelo) che in parte la riscatta.
Onestamente avrei dato a un personaggio del genere qualsiasi nome eccetto “Zucchero” che non le si addice per nulla.

Agnes

Il personaggio di Sugar è in netta contrapposizione con Agnes, moglie di William Rackham.
E’ una donna malata, prigioniera di un’ignoranza fatta passare per innocenza, appartenente all’alta borghesia londinese del tempo.

William Rackham

William Rackham è l’erede delle Profumerie Rackham.
La sua immagine appare su saponette e prodotti di bellezza venduti in tutta Londra, la R del suo cognome trionfa sul marchio di fabbrica coniato dal padre. L’uomo si invaghisce di Sugar: al sesso subentra vero e proprio sentimento che esplode nel momento in cui la ragazza viene accolta in casa Rackham come istitutrice della figlia di Agnes e William.
Sebbene inizialmente William venga visto come un uomo innamorato, scorrendo le pagine si nota sempre più come egli si serva di Sugar in tutto e per tutto fino a compiere un gesto a dir poco empio nei suoi confronti.

Altri

Nel romanzo si sussegue una folla di altri personaggi, ognuno dei quali esprime, col suo modo di essere, le contraddizioni di un’epoca storica precisa, ovvero quella vittoriana. Un uomo di chiesa e la sua fiamma sono perennemente dibattuti tra spirito e carne, cameriere e giardinieri mettono a nudo i loro padroni poiché sanno tutto di ciò che succede nelle loro abitazioni borghesi, tutto il popolo accattone di Southwark considera il vizio come unico modo per sopravvivere.

I temi trattati

Il petalo cremisi e il bianco potrebbe essere considerato un vero e proprio romanzo vittoriano. Consta infatti di quasi 1000 pagine, contiene ambientazioni dettagliate, descrive prototipi di personaggi e forti contrasti sociali. A tutto ciò l’autore ha aggiunto una buona dose di erotismo esplicito andando a sopraffare il formalismo e il moralismo tipici della società ottocentesca.

Rispetto al romanzo di quell’epoca, un elemento innovativo è l’utilizzo della narrazione onnisciente: la voce narrante conosce in anticipo tutti gli eventi ed ha libero accesso a coscienze e comportamenti dei vari personaggi.

Passano le stagioni e l’attenzione del lettore si sposta da un personaggio all’altro, indotta con garbo e ironia a vagliare modelli e idee di un secolo scomparso.

La scelta del titolo

Fino alla fine del romanzo mi sono chiesta a cosa facesse riferimento il titolo scelto dall’autore.

A termine lettura ho fatto qualche ricerca scoprendo che il titolo Il petalo cremisi e il bianco riprende il verso di una poesia del 1847 di Alfred Tennyson, scritta per sostenere il diritto delle donne all’educazione.

Sugar è l’unica prostituta della letteratura che va in brodo di giuggiole ricevendo dal suo protettore la raccolta completa delle opere di William Shakespeare.
Sa scrivere, leggere e aiuta addirittura Rackham nella gestione contabile della sua attività.

Leggerlo o no?

Nonostante sia amante dei romanzi descrittivi, ho trovato la lettura di queste innumerevoli pagine un po’ tediosa poiché fin troppo ricca di particolari che si smarriscono nel racconto.

I personaggi principali, che all’inizio appaiono molto interessanti, perdono colore verso la fine del romanzo e quasi deludono, a differenza di quelli marginali che fanno il percorso inverso.

La trama di per sé e il suo epilogo sono abbastanza banali ma tutte le tematiche che ci girano attorno sono a mio avviso molto d’impatto.

Più di 900 pagine non aiutano di certo chi ama i libri brevi, tanto più lo stile estremamente particolareggiato che caratterizza la narrazione.

<<Le brave ragazze sono quelle richieste, sono richieste per madri e per mogli, per cullare tra braccia amorevoli i forti mariti e i fragili figli. La ragazza intelligente, l’arguta e brillante solo pochi la possono capire.[…]>> J.H.Gray, The Girls that Wanted, 1880 ca.

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Alla prossima!

Leggete la mia ultima recensione qui sotto!

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Laura Bovi
Ho deciso di battezzare il mio piccolo mondo digitale con una combo dei soprannomi 
più simpatici attribuiti alla sottoscritta: uno richiama il nome, l’altro il cognome.
Ecco
chi sono: Laubibs. 
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