Quanti di voi crescono le proprie piante seguendo consigli di amici, conoscenti e vivai puramente commerciali? Quanti invece si documentano seriamente sul da farsi?
Ammetto anche io di fidarmi spesso di pareri fuorvianti senza tenere veramente conto delle necessità della specifica pianta con cui ho a che fare e senza fare affidamento a siti, libri o informazioni di esperti botanici!
Questo articolo è dedicato in particolare a sfatare i tanti luoghi comuni e i falsi miti esistenti sulle piante grasse, fra le più amate anche dai pollici neri, nonché sulla loro gestione.
Le piante grasse sono all’apparenza facili e pratiche da gestire, possono costituire elemento decorativo e di design sul balcone, in giardino o appartamento, vanno proprio di moda!
Possono raggiungere le più disparate dimensioni, essere minuscole o gigantesche.
Spesso producono infiorescenze magnifiche, colorate e alle volte profumate.
Secondo tante voci che nel tempo sono diventate leggenda, riescono a sopravvivere senza un goccio d’acqua per mesi e crescono dappertutto, in qualsiasi tipo di habitat. Siamo proprio sicuri?
Leggete qui sotto e provate a diventare veri intenditori di questa vastissima categoria botanica!
Piante grasse o succulente?
Scientificamente, le piante grasse sono dette succulente.
Le piante succulente sono spesso erroneamente definite col termine generico cactus, che si riferisce ad uno specifico ramo delle stesse succulente.
Attenzione quindi alla prima massima: mentre quasi tutti i cactus sono piante succulente, non tutte le succulente sono cactus!!!
La pianta succulenta è dotata di particolari tessuti detti parenchimi acquiferi o succulenti che le consentono, in natura, di immagazzinare tantissima acqua durante i periodi piovosi dell’anno.
Questa riserva idrica viene poi amministrata sapientemente dalla pianta stessa che se ne serve in maniera graduale.
Grazie al tessuto succulento che si ingrossa perchè contiene acqua, l’omonima pianta può assumere forma sferica, cilindrica, appiattita e così via.
Acqua: sì o no?
Le piante succulente sono estremamente intelligenti ed indipendenti.
Grazie alle loro riserve idriche, come scritto sopra, sono in grado di dosare per molto tempo la quantità di acqua a loro disposizione. E’ però sbagliatissimo considerare gli estremi: non fidatevi di chi vi dice di dimenticarvi quasi di annaffiare la pianta oppure di innaffiarla spesso quando fa molto caldo!
Non esiste una regola precisa, anzi forse sì: osservare!
Osservate attentamente le vostre piantine. Le foglie e i fusti sono belli turgidi? La pianta ha acqua a sufficienza nella sua riserva idrica. Sono invece “grinzi”? SOS!
L’irrigazione deve permettere alla pianta di assorbire acqua velocemente: fornitela quindi con un getto proporzionato al suo fusto.
Regola universale per l’irrigazione di ogni pianta è di non far ristagnare l’acqua nel sottovaso poiché se non assorbita e presente in eccesso potrebbe far marcire le radici!
Le succulente sono vere amanti del caldo?
Tutti noi associamo comunemente la pianta succulenta ad un habitat desertico e caldo. Non c’è nulla di più errato!
Molte varietà amano le basse temperature, presenti anche nelle zone desertiche durante le ore notturne, e si adattano perfettamente ai climi rigidi sopravvivendo bene anche se il termometro scende sotto lo zero.
In casa mia le “grassottelle” non entrano mai: alcune di loro rimangono sul terrazzo tutto l’anno, mentre le più sensibili trovano riparo sul pianerottolo giusto nei mesi invernali.
Luce: fa sempre bene alla succulenta?
L’aspetto luce-buio è forse il più interessante da prendere in considerazione se si vuole crescere al meglio una piccola grassa.
In molti pensano che la succulenta possa crescere solo se esposta al pieno sole estivo: supposizione errata!
Quello delle succulente è un mondo estremamente vario: tante prediligono il sole cocente, altre amano la mezz’ombra ed essere protette dal sole almeno nelle ore di canicola.
Importante fattore da tenere presente è che molte piante grasse provengono dai vivai: qui le piccole nascono e crescono al coperto e al riparo totale dei raggi solari, adattandosi quindi ad una condizione ombreggiata.
Quando sono acquistate ed esposte subito al sole, i loro fusti si bruciano, la crescita rallenta e le foglie tendono a seccarsi.
Attenzione: una succulenta abituata a non ricevere sole diretto avrà bisogno, una volta portata a casa vostra, di un graduale periodo di adattamento, aumentando le ore di insolazione poco alla volta! A seconda di dove viviamo, questo periodo di inserimento può variare.
Terriccio: il drenaggio è indispensabile
Le piante succulente vivono, in natura, nelle più disparate condizioni ambientali: in mezzo ai sassi, addossate ad alberi, in zone desertiche e anfratti rocciosi. Non è detto perciò che, per farle crescere, si debba per forza simulare il deserto africano sul balcone.
Alcune di queste amano terreni più sabbiosi, altre sostanze più o meno acide, altre ancora componenti inerti. Un comune denominatore è sicuramente costituito dal drenaggio che deve essere garantito da qualsiasi terriccio: esso non deve trattenere l’umidità che, se elevata, porterebbe la pianta a marciume radicale.
Argilla, torba, sassolini, perlite o pietra pomice possono quindi essere ottimi alleati per conferire al terriccio buon drenaggio ed aerazione.
Vaso: piccolo o grande? Di che materiale?
Il materiale prescelto per il vaso che ospita la pianta è sicuramente la terracotta che garantisce un’ottima termoregolazione radicale a differenza della plastica.
Sebbene all’acquisto la piantina sia quasi sempre contenuta in piccoli vasi di plastica, io non effettuo mai il rinvaso a meno che le radici non fuoriescano in grande quantità dai fori di drenaggio.
Finché ciò non succede, il vaso è della giusta misura e il tipo di materiale passa in secondo piano. Aspettate pazientemente e rinvasate più avanti!
Avete trovato l’articolo interessante? Se vi va condividetelo sui social, lasciate un commento ed iniziate a seguirmi.
Alla prossima!
2 risposte
Sempre più brava,il pollice verde cresce sempre di più. Ciao Laura.
Grazie Ignazio!!