Come e quando effettuare il rinvaso dell’orchidea Phalaenopsis? Me lo chiedete in molti: leggete qui sotto e provateci anche voi!
Coltivo orchidee Phalaenopsis da parecchi anni e solo col tempo ho imparato a capire la loro psicologia: sono piante molto dispettose, se così si possono definire e sì, anche loro hanno un modo di pensare ed agire che punta sempre a prenderci in giro. Se sono molto annaffiate si vendicano marcendo, se sono troppo secche le loro foglie si raggrinziscono o si bruciano subito appena esposte al sole. Ci fanno impazzire quando dobbiamo scegliere il giusto luogo della casa in cui farle crescere. Quando si decidono a fiorire, lo fanno con calma, quasi con una punta di sadismo: il bocciolo impiega mesi a formarsi e schiudersi.
Sono piante per nulla amichevoli, ma a me piacciono le sfide.
Cliccate sul pulsante qui sotto per sapere di più sull’orchidea Phalaenopsis, mentre continuate a leggere questo articolo se desiderate imparare a cimentarvi nella tanto temuta operazione di rinvaso di questa pianta.
Rinvasare o non rinvasare? Questo è il problema
Non tutte le orchidee Phalaenopsis necessitano di essere sottoposte a rinvaso: considerate che possiedo piante vecchie di circa 5 o 6 anni che hanno subìto questa operazione una sola volta nel loro ciclo vitale o addirittura mai.
Di seguito esporrò le principali condizioni che a mio avviso devono presentarsi o meno affinché l’orchidea Phalaenopsis meriti un rinvaso.
L’orchidea non deve essere in fioritura: l’operazione rischierebbe di farle perdere tutti i fiori in quanto, in queste condizioni, è già sottoposta a forte stress. Ricordatevi che il travaso è un evento molto traumatico per la pianta che deve riadattarsi ad una condizione ambientale nuova.
La pianta non deve essere nemmeno in riposo vegetativo (periodo invernale): le sue radici sono “addormentate” e riceverebbero un’eccessiva sollecitazione.
Scegliete quindi la fase di ripresa vegetativa, preferibilmente in primavera inoltrata quando le temperature sono miti e non si rischiano gelate.
Nel momento in cui le radici sbucano dai fori sul fondo del vaso oppure sono marce o secche in gran quantità, allora si verifica un’altra buona occasione per travasare la vostra orchidea Phalaenopsis che vi ringrazierà poiché le sarà concesso di stare più comoda, avendo tolto l’eccesso delle radici che sono fuori uso.
Le fasi del rinvaso
Per prima cosa estraete l’orchidea dal vaso, facendo attenzione a non danneggiare le eventuali radici incastrate nei fori di scolo che non devono mai mancare. Ricordatevi di lavare il vasetto, solitamente di plastica trasparente, e di disinfettarlo con alcol.
Rimuovete manualmente tutti i residui di corteccia e terriccio dalle radici. Disinfettate un paio di forbici e con queste tagliate le radici secche e/o marce. Se le foglie sono secche ma ancora attaccate al colletto, lasciate fare alla pianta: prima o poi cadranno da sole.
Mettete le radici della vostra orchidea Phalaenopsis sotto l’acqua corrente e lavatele maneggiandole con cura in modo da rimuovere ogni traccia di vecchio terriccio. L’acqua non deve in nessun modo penetrare nel colletto (attaccatura delle foglie): la pianta rischierebbe di marcire.
Pulite le foglie con un panno umido.
Fate asciugare le radici dell’orchidea per almeno una notte: potete appenderla o appoggiarla su un piano, al riparo da correnti.
Il giorno successivo potete procedere al rinvaso.
La corteccia Vigorplant è da anni il substrato preferito delle mie orchidee: considerate che quest’ultima funge da ancoraggio per le radici all’interno del vaso. La corteccia non rilascia nutrimento, garantito invece da annaffiature periodiche o eventuali concimazioni.
Sconsiglio vivamente di utilizzare terriccio universale poiché rischia di “soffocare” le radici.
Posizionate la pianta all’interno del vasetto pulito, disponendo le radici con cautela al suo interno ed evitando che fuoriescano dal vaso; a questo punto riempite il vaso di corteccia e scuotetelo leggermente per far assestare il substrato al suo interno. Non forzate l’entrata nel vaso delle radici più superficiali e lunghe: stanno bene dove sono!
Ora che l’orchidea è sistemata annaffiatela generosamente, eliminando il ristagno idrico. Quando le radici diventano verdastre significa che l’orchidea si è idratata a sufficienza.
Non ho mai concimato le mie orchidee ma quest’anno voglio sperimentare. Utilizzo il concime liquido Cifo, specifico per orchidee, e seguo semplicemente le istruzioni riportate sulla confezione.
Per una decina di giorni la vostra orchidea non necessiterà di ulteriori annaffiature.
Riepilogando
Rinvasate solo quando è necessario. L’operazione è molto stressante per qualsiasi tipo di pianta. Valutate bene se procedere!
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Alla prossima!