Avete presente l’espressione “toccare il cielo con un dito”?
Questo è ciò che si prova lassù, quando si raggiunge la croce che si innalza sul crinale della montagna dove Emilia Romagna e Toscana si danno il cinque a 1945 metri di altezza.
Queste righe racconteranno una bella passeggiata sull’Appenino tosco-emiliano fino in cima al Corno alle Scale. Zaino in spalla che si parte!
Corno alle scale: il confine tosco-emiliano
Il Corno alle Scale deve il suo nome all’insolita forma della parete settentrionale, costituita da una serie di gradini rocciosi chiamati anche “balzi dell’ora“. E’ una montagna dell’Appennino tosco-emiliano che si innalza proprio sul confine regionale. Il versante settentrionale è interamente incluso nell’area della città metropolitana bolognese, quello meridionale nella provincia di Pistoia.
Per noi bolognesi è considerata montagna vera e propria: niente ci vieta di raggiungere la vetta facendo una bella passeggiata estiva oppure scendere a valle sugli sci in pieno inverno.
L’unico accesso percorribile con l’auto è la strada proviciale 71 detta anche del Cavone che dal comune di Lizzano in Belvedere (BO) si arresta poco oltre il Rifiugio Cavone, dove sono presenti alcuni impianti di risalita, proprio a valle della montagna.
Informazioni tecniche sulla passeggiata
PARTENZA: rifugio Cavone o parcheggio, Vidiciatico (BO)
DIFFICOLTA’: dipende dal sentiero scelto, da facile/turistico a difficile/escursionisti esperti
MASSIMA ALTITUDINE: 1945 metri (slm)
TEMPO DI PERCORRENZA: 3 ore circa (su tutti i sentieri)
OCCORRENTE: zaino, scarponcini da trekking (io ho scelto i Sanmarco, qui il link al sito), racchette da nordic walking facoltative, acqua, qualche scorta di cibo se non volete mangiare nei rifugi, cappellino se estate, abbigliamento da montagna, giacca antivento.
Partenza: laghetto del Cavone
E’ proprio da qui che calziamo gli scarponcini a metà mattinata. Siamo a fine agosto e l’aria è frizzantina: il termometro dell’auto segna appena venti gradi mentre a Bologna ce ne saranno già una trentina.
Il Laghetto del Cavone è un piccolo lago artificiale nato dove un tempo il Rio Piano, suo emissario, formava una piccolissima palude. Ci troviamo già a 1415 metri sul livello del mare.
Non ci resta che bere un buon caffè all’omonimo rifugio ed iniziare la risalita.
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Vari sentieri permettono di salire in cima alla vetta (per informazioni dettagliate visitate questo sito).
Quella meno faticosa è sicuramente l’opzione della seggiovia che vi conduce direttamente alla cima, facendo soste intermedie. Se siete camminatori e il vostro obiettivo è quello di vivere la passeggiata a pieno, ve la sconsiglio.
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La seconda opzione è quella di arrivare alla croce risalendo i “balzi dell’ora“, i gradini rocciosi che vi ho citato prima: si fa fatica ma tutti gli sforzi saranno ripagati dalla vista di cui godrete arrivati in cima!
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Se siete temerari, potete risalire le piste da sci: sono molto ripide e faticose ma, terminato il tratto, vi potrete ristorare al rifugio del Lago Scaffaiolo: sarete solo a metà percorso!
L’ultima alternativa è seguire semplicemente il sentiero (CAI 329): dolci pendii verdi e tanti mirtilli succulenti vi circondano fino a che non raggiungerete il Lago Scaffaiolo, da cui affronterete l’ultimo tratto per giungere alla croce.
![corno alle scale](https://laubibs.com/wp-content/uploads/2021/09/151ad609-3482-4431-96a2-c6e76f60f613-2.jpg)
![corno alle scale](https://laubibs.com/wp-content/uploads/2021/09/IMG_9725-768x1024.jpg)
![corno alle scale](https://laubibs.com/wp-content/uploads/2021/09/IMG_9726-768x1024.jpg)
![corno alle scale](https://laubibs.com/wp-content/uploads/2021/09/IMG_9727-768x1024.jpg)
Lascio qui sotto una piccola mappa artigianale (scusate se disegno ancora come una bimba delle elementari) per farvi capire un pò la geografia del luogo.
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Noi stiamo nel mezzo
L’anno scorso risalii la pista da sci e non fu una bellissima idea anche perchè ero fuori allenamento. Per evitare la disfatta di Caporetto anche quest’estate, decidiamo di scegliere il percorso turistico, bello lungo ma dolce.
A destra e sinistra del sentiero CAI 329 si estendono a perdita d’occhio arbusti di mirtilli. Ne colgo qualcuno ancora un pò amarognolo: stanno maturando in questi giorni.
Si sentono solo i nostri passi, il fiato grosso e in lontananza i campanacci di mucche a pascolare sotto la distesa verdeggiante e assolata.
La prima breve sosta è al rifugio Le Malghe: vista da lì la croce sul Corno sembra piccolissima: non si demorde!
Si scatta qualche fotografia e via che si procede.
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Lago Scaffaiolo: niente pesci!
Percorso un bel tratto di sterrato lievemente in salita, arriviamo al Lago Scaffaiolo: profondo ben due metri e mezzo, le sue acque sono prive di pesci ma popolate da una enorme quantità di girini! Attorno a lui niente alberi ma solo dolci pendii; in lontananza il Monte Cimone.
Se siete fortunati potrete incontrare docili cavalli a farvi compagnia mentre sostate sulle sue sponde e contemplate il paesaggio.
![corno alle scale](https://laubibs.com/wp-content/uploads/2021/09/c5da9e78-0cd5-4f71-9b55-bc8992800d43.jpg)
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Ultimo tratto: Passo dello Strofinatorio
Dopo esserci riposati imbocchiamo il sentiero CAI E1. Da questo punto fino alla vetta è d’obbligo scattare tante fotografie che parlano da sole: non vi sembra di toccare il cielo con un dito?
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![corno alle scale](https://laubibs.com/wp-content/uploads/2021/09/IMG_9768-768x1024.jpg)
L’ultimo tratto di camminata alterna tratti ripidi e più dolci, fino ad arrivare al Passo dello Strofinatoio dove siamo quasi costretti ad arrampicarci, fino a scorgere la croce e tirare un sospiro di sollievo.
Raggiunta la cima, il vento ci sposta per quanto soffia forte. Stesi per terra contempliamo il cielo blu: mi addormento.
![corno alle scale](https://laubibs.com/wp-content/uploads/2021/09/1AB48463-EBDB-41A2-ADB7-A05E8AAA0BFE-1-576x1024.jpg)
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![corno alle scale](https://laubibs.com/wp-content/uploads/2021/09/IMG_9785-768x1024.jpg)
Ci prendiamo tutto il tempo per guardarci attorno. Una distesa di monti, a valle tutto coperto dalla cappa di calore, più in là il Monte Cimone, a Ovest il pistoiese. Siamo sul tetto del mondo.
Discesa
Con passo sostenuto cominciamo a scendere. Il vento è fortissimo e fa quasi freddo; il cielo si è annuvolato e scende anche qualche goccia. La seggiovia ci salva nell’ultimo tratto perchè le ginocchia iniziano a cedere dopo un’ora di discesa.
![corno alle scale](https://laubibs.com/wp-content/uploads/2021/09/IMG_9794-768x1024.jpg)
“La montagna non è solo nevi e dirupi, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura.”
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Alla prossima!